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Meglio un pò di sollievo oggi o un pieno benessere domani? - Pollicino era un grande
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Meglio un pò di sollievo oggi o un pieno benessere domani?

Penso che il modo migliore per risolvere i problemi sia evitarli.
Nessun problema è tanto grosso o complicato da non potervi sfuggire.
Linus, in Charles M. Schulz, I Peanuts

 

E’ un mondo difficile, si cantava qualche anno fa. Niente di più vero. La crisi, il lavoro, essere famiglia, le relazioni, crescere un figlio, sentirsi soddisfatti di sè. Sembra che niente di tutto ciò sia mai stato così complicato. I tempi certo non sono dei migliori e le difficoltà sono dietro l’angolo. Cosa fare?

La bella notizia, è che le difficoltà si possono affrontare e addirittura, aiutarci a crescere. A stare bene nella nostra, a sentirsi autoefficaci, per dirla con Bandura. Capaci, cioè, di raggiungere uno scopo definito. Meno riusciamo a rispondere agli attacchi che quotidianamente riceviamo dalla nostra vita, in maniera adeguata, meno saremo soddisfatti della nostra vita, più lo stress e le sue conseguenze, avranno la meglio su di noi.

Ma come arrivare a ciò? Facendo molta attenziona al modo che abbiamo di fronteggiare il problema. Il termine tecnico è coping e nasce a Berkeley negli anni sessanta, dagli studi di Lazarus e poi ripreso dallo stesso negli anni ottanta.  Significa, tradotto, proprio fronteggiamento, risposta efficace e rappresenta la capacità di risolvere problemi, tramite strategie, risorse, comportamenti. La propria personale strategia di coping, può cambiare con il tempo, migliorare, essere rinforzata. Di certo, imparare a fronteggiare i problemi, permette di essere lucidi anche nel valutare i nuovi che sorgeranno, rende possibile capire con quali mezzi contrastarli e come mettere da parte le emozioni negative che questi portano con sè. Permette quindi di affrontare il cambiamento che spesso la soluzione di un problema porta e che si fa fatica ad accettare ( come quando si deve interrompere una relazione che si capisce non sia più positiva per la nostra vita).

Ma sono proprio le emozioni negative che i problemi si portano dietro che spesso ci bloccano. Anzi, molte energie sono spesso dedicate unicamente ad attaccare queste, cercando il sollievo immediato, piuttosto che costruendo la propria soluzione efficace alla base del problema che ci tormenta.

Quindi, spesso, si attaccano le difficoltà attaccando le emozioni negative che creano, facendo cose molto comuni. Dare la colpa ad altri, per esempio,  aiuta a non star male, spostando fuori di noi la causa del malessere.  Ecco diventare importante, il trovare un  capro espiatorio che si accolli quanto non commesso per alleggerire le spalle di altri, un “capro”  famoso è di certo Benjamin Malaussène, personaggio creato dallo scrittore Daniel Pennac che vive facendosi dare la colpa delle cose dando modo agli altri di spiegare il loro disappunto rendendolo colpevole.

Altra reazione è la difesa tramite la difesa dell’ evitamento. Davanti a qualcosa che genera ansia, sofferenza, malessere, diventa preferibile  far finta di niente. Fare come se il problema non esista, rende possibile fingere che quanto ci fa soffrire non ci appartenga, ci si difende recitando la parte di quelli a cui ” non importa”, fino al farlo talmente bene da crederci seriamente. Sì può evitare di pensarci, magari minimizzandone la portata, lanciandosi a capofitto in altre cose, impegni più o meno coinvolgenti (una piena vita sociale, una frequentazione assidua della palestra).  Una diversa fuga dal dolore, è quella che utilizza le sostanze per evitare di pensare all’evento doloroso, droghe per esempio ma anche l’altrettanto pericoloso alleato del dimenticare per eccellenza, l’alcol, che diventa spesso il più fidato detentore dei segreti delle storie di molti.

Altra maniera, sempre tutta emotiva, di affrontare un problema, è quella di parlarne, parlarne, parlarne. Cercare di ridurre il male proponendolo come argomento di discussione per tutti, compagni, amici, colleghi. Si cerca di diminuire l’intensità di quello che si prova spalmandola nel racconto che si fa, sempre ricco e carico. Esprimere apertamente il proprio vissuto emotivo, permette di regolare le emozioni negative che la difficoltà suscita. Un esempio? Un pianto liberatorio, una sfuriata epocale, uno sfogo con toni accesi. Può essere un inizio, ma poi? Se non dovesse bastare?

Lavorare sul proprio modo non di minimizzare le emozioni negative o di evitarle, bensì su come si possa affrontare il problema stesso. Cercando soluzioni, sviluppando competenze buone per il futuro, accettando anche la fatica che questo può portare per un benessere migliore dopo.  Certamente più impegnativo per le energie  che gli di dedica in questo caso, il coping che si focalizza sulla soluzione del problema, o almeno sul tentativo di soluzione, permette di ristabolire il soggetto come protagonista della sua vita. Perchè nell’affrontare il problema,  avendo la possibilità di chiedere aiuto a conoscenti o professionisti, sviluppando la propria capacità creativa nel trovare la giusta strategia di attacco, si diventa più forti.

Se mettere un freno alle emozioni negative che certe difficoltà suscitano può essere utile nell’immediato, per stare davvero meglio, sarà sempre auspicabile affrontare il problema reale che le causa, mettendosi in una prospettiva attiva di solutore, costruendo il proprio senso di controllo sulla propria vita e sulla realtà, sentendosi capace e migliorando anche la propria autostima.
Lavorare su come sciogliere il nodo delle difficoltà, non solo evitandole o contenendole ma affrontandole, ci rende più efficaci, capaci di mettersi al centro della storia. Scive lo scrittore Haruki Murakami in  “Dance Dance Dance” che 

Il tempo può risolvere molti problemi. Ma quelli che il tempo non può risolvere, li dobbiamo risolvere da soli.

Il bello è, che anche se non si vuole risolvere tutto da soli, si può chiedere aiuto e una volta risolto, il problema sparisce sul serio.  Mettiamoci al lavoro.

Pollicino:  Chiunque alle prese con i problemi

L’Orco :   La sofferenza e le emozioni negative

L’arma segreta :  Affrontare il problema e risolverlo al meglio!

Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

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