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Siamo tutti Pollicino. La fragilità è la nostra forza! - Pollicino era un grande
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Siamo tutti Pollicino. La fragilità è la nostra forza!

Fra tutte le debolezze, la più grande è l’eccessiva paura di apparire deboli.

Jacques Bénigne Bossuet

Questo Blog sta diventando sempre più grande. Pollicino è felice. L’idea di base di quello che viene scritto in queste “pagine”, una antiquata amante dei libri di carta soffre un po’ il limite della parola post, è sempre stata quella di sottolineare come la fragilità insita in tutti noi non sempre è un difetto, più spesso è la nostra più sconosciuta forza. Pollicino, il piccolo eroe che salva la sua famiglia con l’astuzia è solo uno dei moltissimi esempi. In un momento storico dove trionfa l’urlo e lo slogan, non aver paura della propria debolezza è avvicinarsi al proprio personale potere senza il bisogno di usare la forza. Tutto sommato, cosa rende umano l’uomo se non la possibilità di spezzarsi, non siamo forse ancora e sempre  fragili come

“una canna, la più debole della natura; ma una canna pensante”

come suggeriva Blaise Pascal? Non è in quel pensiero che si nasconde la grandiosa differenza? La nostra potenziale umana invincibilità. 

E non è forse dalla consapevolezza di questo delicato equilibrio che è possibile far ripartire, con rinnovata energia, la storia di ogni Pollicino sulla terra? La salute mentale, il benessere psicofisico, le relazioni, la soddisfazione di quello che si è non sono che una continua ricerca di armonia, una ricerca quasi d’alchimista dove il difficile è capire quali ingredienti utilizzare e come dosarli, perché non siano pericolosi per noi e per gli altri. Si parte perdonandoci le mancanze, le terribili imperfezioni. Non solo. Dopo essersele perdonate, accettarle come parti si se, capire anche attraverso di loro il proprio ruolo nel mondo, partendo dal significato che la nostra imperfezione racchiude, non in sé ma per noi.

Capita molto spesso che ci si fermi nel proprio percorso di vita per il dolore di sentirsi inadatti, inadeguati.

Eppure Hans Christian Andersen non ha smesso di raccontare le sue storie nonostante fosse dislessico e di certo la diagnosi ai suoi tempi era meno accurata e si era meno preparati di adesso.  Diverse fonti riportano che il Presidente Abraham Lincoln soffrisse di depressione eppure ha saputo dare il suo contributo alla storia (come ci racconta il film di un altro famoso dislessico Steven Spielberg). Così nel mio lavoro, quando conosco un nuovo Pollicino, che sia un uomo o un bambino, o una creatura complessa come una coppia o una famiglia, ecco che quello che accade è che attraverso la conoscenza del loro lato “debole”, della loro difficoltà, si viene a conoscere anche la risorsa, la forza interiore che li aiuterà, quasi sempre, a capire che non è la fragilità il problema ma come la si affronta, il supporto che si troverà negli altri nel farlo, il “clima emotivo” che accompagnerà la scoperta, la propria personale fiducia nel poter andare oltre continuando a crescere.

 

Sono molti gli episodi, gli aneddoti, le storie che si potrebbero usare quando si incontrano dei Pollicino che non hanno ancora riconosciuto la possibilità insista nella loro debolezza.

 

Per esempio la grande lezione di  Dumbo, personaggio creato da Walt Disney, ma sempre attuale, il piccolo elefante che impara a volare proprio grazie alle orecchie troppo grandi, che lo avevano fatto sentire “sbagliato” fino a poco prima. Non dimentichiamo che la prima reazione all’arte del papà di Topolino fu negativa, persino etichettata come “orribile” dal primo produttore che si rifiutò nel 1928 di realizzare il suo primo film. La vita è fatta di cambiamenti e difficoltà ma anche di pause dolcissime e incontri straordinari, il migliore è certamente quello che facciamo con noi stessi. Nessuno è perfetto, molti sono anzi piuttosto ricchi di difetti ma è questo un buono motivo per rinchiudersi al mondo e pensare che non ci siano possibilità di felicità o, meno romanticamente, di benessere?

Il pregio della fede, intesa come fiducia nelle proprie possibilità, sarà allora certamente una risorsa vincente.

Nel libro “Un Brodo caldo per l’anima di Jack Canfield si racconta, per esempio, che a Tazio Nuvolari fu detto  “Dai retta a me ragazzo, i feriti portali a piedi. Guidare l’auto non è il tuo mestiere…” ( Nuvolari vinse 91 gare internazionali nella sua carriera di pilota) e Beethoven fu definito senza speranza dal suo insegnante, salvo poi diventare il grande compositore che è stato e nonostante la sordità che gli sopraggiunse. Ma gli esempi di fallimenti annunciati poi rivelatisi successi è lunghissima. Furono definiti incapaci e senza futuro ballerini come Fred Astaire, cantanti come Caruso, artisti come Rodin, letterati come Lev Tolstoj e Kipling, scienziati e studiosi come Albert Einstein (che non fino ai 4 anni non parlava neanche), Edison, Louis Pasteur, Charles Darwin ritenuto poco intelligente dal suo stesso padre . E se questi sono i nomi noti ce ne sono moltissimi meno noti ma ugualmente straordinari.

 

Un proverbio arabo dice “Se ti fermi ogni volta che un cane ti abbaia la tua strada per casa non finirà mai”.

 

La verità è che, molto spesso, capita sia la nostra storia a renderci insicuri e ogni indugio è frutto della paura di non essere REALMENTE in grado di arrivare dove desidereremmo. Ma la realtà è possibile cambiarla. Persino in presenza di disabilità e malattie vincolanti, si può ancora vivere con soddisfazione e trovare la propria strada per star bene. Sono molti i personaggi famosi che nonostante una forte difficoltà fisica sono riusciti a vivere con piacere la loro esistenza, anche se chiaramente non senza qualche ostacolo e momento duro, quanto meno nella fase di accettazione. Per esempio, il morbo di Parkinson non ha fermato Muhammad Alì  dal mettere la sua energia in opere umanitarie, come più recentemente l’attore Michael J.Fox e il regista e poeta spagnolo  Luis Buñuel  ha continuato nella sua arte surreale nonostante problemi di sordità.

 

Siamo anche le nostre fragilità e, sono spesso quelle, che più parlano di noi. Possiamo farle diventare la catena che ci lega al muro o l’etichetta che ci nasconde oppure capire che sono parte di noi, affrontarle e trovare come accettarle e trasformarle.

 

Se nel far questo non saremo soli, ma avremo vicino relazioni positive capaci di darci sicurezza, allora potremo trovare il nostro personale modo di stare al mondo e di starci bene. Il valore delle relazioni nella nostra ricerca di benessere è di certo importante. Proprio ieri, leggevo di una nuova ricerca che parlava del ruolo fondamentale della famiglia nella prevenzione del disturbo bipolare. Ma pensiamo anche a quante persone con diagnosticata sindrome di Asperger riescono a condurre una vita ricca di soddisfazioni, riuscendo ad esprimere la loro capacità creativa e non solo. Tim Page, critico musicale e vincitore anche del prestigioso premio Pulitzer è solo uno di loro. Sono moltissime le persone conosciute e riconoscibili che hanno vissuto un momento di depressione nella loro vita, che fanno i patti ogni giorno con ansia e attacchi di panico, che gestiscono la rabbia, la tristezza, la fatica di andare avanti, tante storie da non poterle raccontare tutte, ma da doverle sapere per ricordarsi che non si è mai soli, che ci sono sempre soluzioni, che è possibile stare meglio, che le nostre fragilità sono occasioni di conoscenza. 

 

Insomma, siamo tutti Pollicino e siamo più forti di quanto crediamo o vorrebbero spesso farci credere.


Pollicino: Tutti quelli che non sono perfetti
L’Orco :  La paura di essere solo una mancanza
L’arma segreta : Imparare dalla propria fragilità la propria forza essenziale
Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

Commenti
  • marisamoles

    Cara Marzia,
    leggo sempre con piacere le tue “pagine” ( 😉 ) e mentre lo faccio sono letteralmente rapita dalle tue parole. Sarà che sono sempre stata attratta dalla psicologia che ho studiato, perlopiù da autodidatta, sarà che attraverso la scrittura riesci a trasmettere un senso di pace, sarà che nel web non capita molto spesso di leggere pagine così ben scritte … insomma, sono felice che il tuo Pollicino stia crescendo. Un po’ sto crescendo anch’io grazie a te e ai tuoi consigli.

    Grazie. Un abbraccio.

    Marisa

    9 Marzo 2013 at 11:49 Rispondi
    • Marzia Cikada

      Grazie Marisa per le tue belle parole. Anche Pollicino ringrazia….

      14 Marzo 2013 at 12:51 Rispondi

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