Psicologia e Animali, ti coccolo, ti accolgo, ti mangio. Riflessioni su una relazione
M. K. “Mahatma” Gandhi
Ci sono giorni in cui non si può non parlare di animali e di rispetto della loro vita.
Questi sono tra quei giorni e, dopo i fatti della mamma orsa Daniza, sembra utile che anche Pollicino parli di relazione uomo-animale. Abbiamo mai dedicato un momento di riflessione in merito a come coniugare il benessere di uomini e creature viventi diverse da questi? L’entrata in scena della psicologia è quasi d’obbligo se vogliamo riflettere su questo delicato equilibrio, più volte violato, che riguarda molto di tutti noi. Sovente, molto di quanto c’è tra uomo e animale viene dato per scontato, eppure sono molti gli aspetti a cui non è mai stato davvero pensato.
Se dal punto di vista legislativo si sono fatti dei cambiamenti, non sempre questi sono stati accompagnati da una nuova cultura verso gli animali. Il Codice Penale, articolo 544 ter afferma che: “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito…” ma non esiste una vera e propria cura dell’educazione alla convivenza con gli animali, di qualunque razza essi siano. Eppure quanti adulti non hanno avuto come primo amico il loro animale domestico o, dall’altra parte, non hanno sfogato la loro aggressività proprio su esseri animati non umani (quante povere lucertole sono state fonte di esperimenti per bambini di diverse parti del mondo?).
Partiamo dalla relazione terapeutica uomo-animale. Negli ultimi decenni sono state moltissime le ricerche e gli articoli che sono andati a rendere manifesto il potere terapeutico degli animali. La pet-therapy poi, è riconosciuta scientificamente come un sostegno fondamentale nel benessere di moltissime tipologie di malattie specifiche e con diverse fasce di età. Si tratta di Attività Assistite (AAA) e Terapie Assistite dagli animali (TAA), diverse a seconda degli obiettivi da raggiungere. Cani, gatti, delfini, cavalli, asini sono i protagonisti di tanti progetti che hanno come obiettivo lo star bene, accompagnare in momenti difficili, migliorare, la risposta immunitaria di persone con definiti problemi di diverso genere. I risultati sono incoraggianti, molti professionisti si dedicano a trovare come migliorare l’incontro tra singola persona e animale specifico, psicologi e veterinari collaborano per far conoscere i vantaggi di un coterapeuta animale in situazioni ben monitorate e protette. Il terapeuta animale viene raccontato anche su siti istituzionali, come valido aiuto per attività che migliorino la qualità della vita come nelle vere e proprie terapie che lavorano su funzioni specifiche, cognitive, fisiche come emotive.
Ma un animale non è solo “medicina” in caso di mancata salute, gli animali domestici aiutano nella crescita i bambini, non solo insegnandogli una serie di valori e regalando vicinanza ed esperienze di affetto spesso incondizionato, ma anche salvaguardando la loro salute. Secondo il rapporto ASSALCO del 2014, gli animali nelle case italiane superano i 60 milioni e sono un toccasana per chi gode della loro compagnia. Dal rapporto risulta che il 94% degli intervistati avere un animale in casa aiuta il buonumore e la gioia. Non solo, sembra che unisca di più la famiglia, diminuisca le preoccupazioni in genere, sostenendo specie gli anziani e i bambini, che a volte li preferiscono persino al pc.
I bambini dagli animali hanno molto da imparare.
La magia del rapporto tra bambino e animale attiva dei processi mentali inconsci che sostengono la crescita dei piccoli. I compagni di gioco diventano una sorta di specchio in cui riconoscersi, i confidenti a cui raccontare stati d’animo ed emozioni, giocare con il gatto di casa insegna anche come dominare sentimenti contrastanti, a volte spiacevoli, e come gestire ansie. Inoltre, identificandosi con il cucciolo riesce ad esprimere attraverso di lui anche vissuti che potrebbe far più fatica a manifestare, un buon ascolto potrebbe quindi aiutare molti genitori nella comprensione di quanto accade ai bambini.
Cosa possiamo scoprire dalla relazione con gli animali?
Moltissimi aspetti di noi a cui spesso non accediamo con altrettanta immediatezza. Gli animali sono spesso maggiormente capaci di gestire di se stessi in autonomia di come non riusciamo noi stessi, non hanno remore nel manifestare le loro emozioni (sia piacevoli che spiacevoli, di affetto o aggressive), sono diretti nel chiedere e sanno cosa vogliono. Accettando la relazione con loro è possibile stimolare anche riflessioni sul nostro modo di porci nel mondo. Raramente ho visto un gatto che non sapesse chiedere cibo o carezze nel momento in cui ne sentisse il bisogno. Inoltre, nella relazione con gli animali, quali siano, mettiamo in gioco una parte di noi meno difesa e trincerata dietro i moniti che spesso caratterizzano le relazioni con le persone. Non è un caso che per alcuni è facile voler bene al loro animale ma difficile lasciarsi andare in altre situazioni, provare empatia per le persone, manifestare apprezzamento per i propri simili.
Inoltre, si sta facendo strada un pensiero diverso rispetto la relazione uomo-animale che prende in considerazione tutte le categorie animali e non solo i conviventi domestici, su tutti cani e gatti. In una visione più generale, si propone un modo maggiormente consapevole di mettersi in relazione con gli altri esseri viventi, riflettendo anche sull’utilizzo della carne per l’alimentazione o l’abbigliamento, con l’obiettivo di creare una maggiore armonia con il mondo che viviamo ma anche una più definita consapevolezza nelle scelte che facciamo, quali esse siano. A parlar di questi temi abbiamo una psicologa, la Dr. Melanie Joy , formata ad Harvard e professoressa presso l’Università di Boston, ha fondato ed è Presidente di “Carnism” che si occupa della creazione di un nuovo modo di pensare il mangiare, usare ma anche amare gli animali. Realizzatrice del testo ” Why we love dogs, eat pigs and wear cows” ( trad. a cura della scrivente “Perchè amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche”) è una riconosciuta e acclamata esperta del tema ed è stata ospite o in Italia negli scorsi mesi con una serie di incontri del rapporto che abbiamo con gli animali e su come sia accettato fare violenza ad alcuni di essi e inaccettabile ad altri. La sua idea è che il carnism (mangiare carne) viene sostenuto da meccanismo psicologici e sociali spesso non conosciuti che rendono le persone meno responsabili dei loro comportamenti, non solo alimentari. Una maggior chiarezza e consapevolezza rispetto al nostro rapporto con gli animali offre ai cittadini occasione per riconoscere i condizionamenti a cui si è sottoposti, guadagnando attraverso una migliore informazione un maggiore personale potere nel quotidiano . Non si tratta quindi di un manuale per diventare vegetariani o vegani, ma di un esercizio per ragionare sul sistema di valori che si finisce con il digerire in pieno automatismo, senza fermarsi e decidere, magari giungendo alle stesse conclusioni ma come risultato di una lettura personale e informata della realtà che mettiamo nei nostri piatti e che rappresenta un modo di vivere.
Sono molti gli elementi nel complesso rapporto animale-uomo e tutti hanno aspetti complessi, a volte emotivamente controversi, a volte eticamente difficili, che ci mettono in discussione più di quanto pensiamo.
Vivendo nello stesso contesto-mondo, è forte l’idea che, per essere connessi in maniera positiva con le relazioni intorno a noi, man mano che costruiamo le nostre esistenze, dovremmo includere il ruolo degli animali e il peso che i nostri coinquilini hanno sulla qualità delle nostre vite.
Pollicino: L’uomo e l’animale
L’Orco: Una poca consapevolezza delle possibilità nelle relazione con gli animali e nelle scelte che si fanno rispetto a loro
L’arma segreta: Conoscere, riflettere e informarsi.
Mara Gasbarrone
Ho letto qualche tempo fa un libro che mi sento di consigliare : Hal Herzog, “Amati, odiati, mangiati. Perché è difficile agire bene con gli animali” (Bollati Boringhieri). La tesi dell’Autore è che difficilmente riusciremo ad essere del tutto coerenti nel rapporto con loro (es. di che cosa sono fatte le scatolette con cui alimentiamo i nostri amati gattini, se non della carne di altri animali?), tuttavia l’impossibilità di essere coerenti non ci esonera dal fare intanto fin da oggi quello che è possibile fare per vivere in amicizia con loro (es. ridurre il consumo di carne).
Senza assolutismi, però: faccio bene o no a desiderare di vedere meno gabbiani, piccioni e topi in giro a Roma?