
Nuove Abitudini Cercansi (work in progress per la felicità)
Siamo tutta abitudine.
Cesare Pavese
Ogni mattina mi alzo, accendo la macchina del caffè e aspetto. Quell’attesa è la mia abitudine del mattino. Il mio momento speciale in cui il mondo fuori mi appare ancora addormentato e io posso disegnare l’andamento della mia nuova giornata all’esordio. Quello che faccio è ormai una abitudine. Qualcosa a cui sono legata, che mi accompagna, che mi da la sensazione di appartenenza al mio quotidiano. Quale è la tua abitudine?
Tuttз ne abbiamo, anche quando ci riteniamo liberз da ogni costrizione, senza regole o avventurierз.
Ognuno di noi ha piccole pietre sicure su cui costruisce la sua vita. Anche fare di tutto per non averne è una possibile abitudine che ci conferma come vogliamo apparire a noi stessз Ma se molte abitudini sono positive, altre sono deleterie. Ci bloccano, ci limitano, ci evitano la possibilità di crescere. Perchè impediscono che noi si esca da quanto per noi è ordinaria amministrazione per approdare in un mondo di possibilità tutte nuove.
Chi cerca il successo, sul lavoro o nelle relazioni, e ancora non lo ha trovato deve cambiare qualcosa. Perché se davanti ad una novità di blocchiamo, se siamo abituatз a far fare le cose per chi ce lo chiede, se ci chiudiamo in noi stessз quando siamo in mezzo alle persone, se non sappiamo dare voce alle nostre competenze nel luogo di lavoro e affrontare una conversazione difficile ci fa evitare anche di iniziarla, ecco, non saremo mai quella persona riconosciuta come valente sul lavoro, rispettata, circondata da persone che ci fanno star bene, che vorremmo essere.
Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.
Albert Einstein
Abbiamo tuttз un raggio di azione più o meno sviluppato in cui ci sentiamo a nostro agio, la zona di comfort dove ci sentiamo protettз e questa passa per l’abitudine. Quando tutto è in burrasca, avere una abitudine aiuta ad ancorarsi a qualcosa. Se l’abitudine parla il linguaggio della paura, quel comfort sarà l’impossibilità a migliorare noi stessз. Dobbiamo vivere la burrasca, o trovare una nuova zona di comfort. Almeno ogni tanto!
Ogni giorno, il signor X leggeva il giornale del mattino. Ogni giorno, alle 7.00, si sistemava al tavolo di cucina, con il suo tè bollente, che avrebbe bevuto sempre e solo per metà, e le pagine, ancora odorose di stampa, davanti al naso. Ogni giorno, sfogliava il suo giornale prima di andare al lavoro e poi, con gli anni, prima di non andarci. Ogni giorno, passava in rassegna, in meno di tre minuti, tutto il giornale e poi si fermava sulla pagina del cinema. Cercava un film che avrebbe potuto vedere con la moglie e glielo proponeva. La signora X, ogni giorno, diceva che No, il cinema non faceva per lei. Poi rideva. Ogni giorno per quasi cinquant’anni. Cinquant’anni di film non visti. Il giorno dopo la morte della signora X, alle 7.00 del mattino, il giornale era al suo posto e il signor X, in meno di tre minuti, era arrivato alla pagina del cinema. Solo allora si era reso conto che nessuno avrebbe detto NO alla sua proposta cinematografica. Nessuno avrebbe riso. Capì che qualcosa era diverso e lo sarebbe stato sempre. Il signor X, in quel momento, aveva sospirato velocemente, per stare nei tempi, poi, aveva girato in fretta la pagina e aveva cominciato a guardare contro chi avrebbe giocato, la domenica successiva, la squadra del paese. Sentiva che il calcio cominciava a piacergli.
Una piccola storia che ci dice che quando abbiamo qualcosa che ci fa star male, anche una buona abitudine che non “funziona” più, possiamo/dobbiamo costruirne un’altra. In alcuni casi si tratta di sopravvivenza. Davanti ai traumi, alle difficoltà, alle crisi in cui si incappa vivendo, le abitudini diventano rassicuranti, sono necessarie per dare equilibrio e stabilità al tempo di vita. Come per bimbз e persone anziane, il sempre uguale, diventa un bisogno. Infatti, trovano serenità nella ripetizione, nella routine, in quello che non cambia. Per questo nessuna favola viene letta una volta sola e il pasto segue determinate regole, come il pisolino e i programmi alla tv.
Il cambiamento passa anche per le abitudini
Se però le cose non funzionano più, è arrivato il momento di cambiare.
Esempio. Anche solo dieci anni fa, la mia professione si faceva in modo diverso. Una volta aperto uno studio era facile iniziare a lavorare. la voce correva e in poco tempo si aveva una stabile entrata di reddito. Il mondo della psicologia ha imparato che quella era l’abitudine della professione. Oggi, e sempre di più andando avanti, non è così. Seppure moltз sentono che non funzioni come prima, l’abitudine a pensare che debba ancora essere come allora frena moltissimi pur competentз psicologз che restano in lamentosa, quanto passiva, attesa che le cose si smuovano e, nel caso, trovano come dare all’esterno la “colpa” della poca efficacia della loro abitudine.
La verità è che quando le cose cambiano, noi dobbiamo cambiare con loro. Può sembrare crudele, ma nessuno ha mai detto che la vita era una passeggiata in piano con i viveri assicurati.
Chiaramente lo stesso discorso vale per molte altre professioni, ma da queste parti si parla meglio di ciò che si è abituati a vivere.
Le motivazioni a cambiare sono le prime da scoprire. Se quello che ho non mi piace, quanto sono motivatə a cambiarlo?
Molto, poco, tutto sommato mi arrangio, non posso accettarlo un giorno di più? La risposta che dai, fa molto la differenza e passa attraverso la capacità di capire il proprio bisogno, di definire di cosa possiamo fare a meno e di cosa no. Una volta definito cosa vogliamo di diverso da quello che abbiamo, uno studio che funziona, migliori relazioni affettive, un miglior rapporto con il nostro corpo, ecco che dobbiamo iniziare a pensare come creare nuove abitudini.
La felicità non è sempre una abitudine ma parte da lì.
Se quello che facciamo non ci fa star bene, dobbiamo cambiare, dicevamo.
Si fa l’abitudine anche a non essere felici e, non di rado, più dell’insoddisfazione, spaventa la possibilità di realizzarsi, di sorridere, di stare bene.
Sembra che da scalare ci sia un monte enorme, altissimo e che in punta non sarà possibile arrivare in nessun modo. Quindi. Tanto vale restare in valle e ammirarlo con il naso all’insù. Restare con le nostre abitudini, lanciando una timida occhiata, ogni tanto, alla meta inarrivabile. Sbagliato.
Ogni scalata inizia da una piccola salita, una volta definita la motivazione, trovati gli arnesi e gli strumenti del caso, si comincia dai primi metri e non è detto che si debba fare tutto in un giorno. Certo, in un mondo di corsa, il cambiamento non ottenibile in pochi passi fa paura, ma il vero star bene, il cambiare, il successo nel campo che abbiamo scelto, merita tempo e fatica. La felicità può diventare la nostra prossima abitudine.
Costruire una nuova routine felice
Cambiare spaventa, sempre, anche le persone coraggiose. Facciamocene una ragione, non esiste chi non ha paura. Ma non significa che le montagne non si possano scalare. Dobbiamo lavorare su di noi, a volte da solз, a volte con il sostegno delle persone care, altre con l’aiuto di coach professionista in scalate (psicologə o psicoterapeuta o altre figure serie che riguardano il nostro obiettivo). Se sappiamo dove vogliamo arrivare, possiamo capire quali sono i passi per avere successo e arrivarci. Potremmo non arrivare a tutto, ma sapremo di aver fatto del nostro meglio per provarci, in fondo, una volta partitз, tornare indietro è questione impossibile, saremo diversз anche solo per averci investito energie.
Il successo del raggiungimento di un obiettivo passa attraverso l’esplorazione di nuove idee e questo muovono sempre nuove parti di sé. Ogni cambiamento necessita dedizione e desiderio, costanza e passione. Sono elementi fondamentali. Se li abbiamo, possiamo accogliere ansia del cambiamento, senza farci bloccare.
Ogni novità si costruisce attraverso le piccole cose. Anche solo come facciamo l’onda ai nostri capelli, cambiare l’orario in cui ci svegliamo, una piccola routine ogni mattina, leggere un libro, parlare ogni giorno con una sola persona nuova. Piccole abitudini da fare nostre con l’obiettivo di stimolare un nuovo modo di guardare alla nostra vita.
Informarsi è sempre una buona abitudine e un buon punto di partenza. Voglio diventare un giardiniere, lanciare il mio studio, sentire la mia bellezza? Leggiamo di come si fa una talea, di come si può fare marketing nella nostra professione, di come possiamo tagliarci i capelli. Leggere libri ( o per chi è meno vintage, la rete, un audiolibro, un ebook) aiuta sempre a costruire l’abitudine che si vuole per definire il proprio futuro. Sentire le proprie emozioni, anche se mai provate. Superare il “e se poi sbaglio!” perché per ogni errore la vita ci insegna quale è la gomma giusta usare per correggerlo.
Quando cominciare? Adesso è sempre il momento migliore. Osserva la tua giornata. Ora. Quali abitudini sono da lasciare perché limitano il nostro desiderio di cambiamento? In fondo, sappiamo bene che il peggiore nemico di ogni progetto innovativo è l’“abbiamo sempre fatto così” che troppo spesso si nasconde, pronto a colpire, nella bocca degli altri e nella nostra. Seppure le strade da scegliere sono sempre molteplici, la strada “erbosa e meno calpestata” quella “meno battuta”, come nella poesia di Robert Frost è la strada che fa tutta la differenza.
Quindi partiamo alla ricerca di una nuova routine per la felicità. Perché sono le nostre abitudini, mentali e non, a decidere della nostra vita, sono loro, in buona parte, a definire il successo o meno dei nostri progetti. Se vogliamo raggiungere un obiettivo importante per noi, troviamo come costruirci intorno una serie di buone abitudini. E vediamo che succede….
Pollicino: Noi e le nostre abitudini
L’Orco: La paura che ci evita di cambiare in meglio
L’arma segreta: Fare piccoli passi verso una routine felice
Susanna
Mi è piaciuto.
Semplice,Ma acuto.
Come vorrei trovare una confort zone che non sia deleteria per il mio fisico e la mia mente.Perché a differenza di molti, io cambio troppo spesso situazioni lavorative, abitative e l unica cosa che rimane inalterabile e presente è il mio corpo che diventa l unica ancora o zavorra …dipende. Grazie Marzia
Marzia Cikada
Grazie a te Susanna per il commento. Buona ricerca della tua personale comfort zone.