1. Benvenuto Matteo, ce la racconti la storia de La Famiglia X ?
La famiglia X racconta la storia di Michael, tredicenne allontanato dai suoi genitori naturali e affidato a una coppia di giovani papà. A fare da sfondo alle vicende è Girone, un piccolo paese della provincia per niente d’accordo con la decisione presa dagli assistenti sociali, e che vorrebbe “per il suo bene” che Michael venisse affidato a una “famiglia tradizionale”.
Michael non dovrà cavarsela da solo. Avrà al suo fianco Zoe, la ribelle figlia del sindaco; la signora Guerra, una donna dal passato misterioso; Clara e Franco, due assistenti sociali molto sui generis; Davide ed Enea, i papà affidatari, con tutto il loro entusiasmo, ma anche le fragilità di chi ha paura di sbagliare, di chi non si sente abbastanza forte.
La famiglia X si rivolge a lettori dai 10, 11 anni, ma non è vietato agli adulti, anzi. Ho lavorato molto su questo aspetto. Volevo che i giovanissimi leggessero una storia avventurosa, piena di colpi di scena; i grandi si divertissero, sì, ma riflettessero sui messaggi nascosti fra le righe.
L’idea è nata leggendo le testimonianze di alcune famiglie arcobaleno.
Mi sono improvvisamente ritrovato catapultato in un buco nero legislativo pieno zeppo d’amore, e ho deciso che volevo raccontare una storia così. E anch’io, come Michael, non sono rimasto solo.
Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco Sara Saorin e Francesca Segato di Camelozampa, due editrici coraggiose oltre che preparatissime sul mondo dei giovani lettori, che hanno amato questa storia e mi hanno aiutato a farla diventare bella com’è.
2. Dove ti piacerebbe che La Famiglia X trovasse buona accoglienza?
Mi piacerebbe che La famiglia X entrasse nelle scuole, che possa diventare per gli insegnanti lo strumento giusto per discutere coi ragazzi di argomenti ancora considerati spinosi, quale appunto è quello della genitorialità omosessuale, attraverso un libro pensato apposta per loro.
Il punto è che questi argomenti spesso sono ancora tabù per gli stessi educatori. Quindi chiedo innanzitutto a loro di fare uno sforzo in questo senso, perché non si può più aspettare. Siamo dentro a un cambiamento che finalmente sta muovendo il nostro Paese verso il riconoscimento di tutti i diritti a tutti gli esseri umani. C’è molto da lavorare, c’è bisogno di educare, e siamo tutti chiamati a dare in nostro contributo.
3. Quali sono le reazioni che raccogli? Questo nostro mondo è pronto a La Famiglia X?
Sono molto contento di come i lettori stanno accogliendo La famiglia X.
Mi arrivano feedback positivi, incoraggianti e, quel che mi stupisce, velocissimi.
Poi c’è tutta un’altra frangia di persone che non lo leggono neanche, ma per il solo fatto che il libro racconti la storia di una famiglia diversa da quella tradizionale decidono di combatterlo duramente. E quindi sono cominciati ad arrivare insulti sulla mia pagina facebook, indirizzati a me, al libro, e anche privatamente a qualche lettore. Si tratta di accaniti sostenitori dell’idea che sia una sola la famiglia giusta: quella composta da un padre e una madre, e che quindi, in nome di (s)ragionamenti molto discutibili, hanno inserito La famiglia X nella “lista nera dei libri gender”. Lo metto fra virgolette perché sono parole loro, ben consapevole che non hanno alcun senso. Rispondere è faticoso, ogni volta, ma difendere Michael e la sua storia è più importante.
4. In cosa sei simile a Pollicino?
Pollicino si fa venire un sacco di ottime idee per salvare i suoi fratelli dall’orco e permettere alla sua famiglia di avere cibo in abbondanza.
Se c’è una cosa che abbiamo in comune è la capacità di affrontare l’imprevisto, prendere una decisione rapidamente per uscirne sani e salvi quando le cose si mettono male.
Poi lui è certamente più furbo di me, ma io molto più alto.
5. Quale Orco combatti Matteo? E quale credi sia la tua arma segreta?
Combatto contro l’ignoranza, il pregiudizio, la cattiva informazione, l’aggressività verbale nell’imposizione di certe convinzioni.
E lo faccio con la gentilezza e la preparazione.
Credo che una risposta sicura e gentile lasci il segno più di una coltellata.