Di te quando avevi a trenta anni, scrivi: “Amo una donna da tredici anni ma non sono ancora lesbica e forse nemmeno omosessuale” . Quella che proponi è una differenza importante. Ci dici di questo incontro con il mondo lesbico?
Essere lesbica vuol dire fare una battaglia, rivendicare il diritto ad esserlo pubblicamente con tutto quello che va insieme, diritti, riconoscimento, dignità. Mentre, se sei solo innamorata di una donna, è qualcosa che vivi nel privato e riguarda te e basta.
Io ero innamorata ma non lesbica, non lo rivendicavo, non mi battevo pubblicamente e le vivevo come due cose differenti.
E poi c’è un fatto. Dire – IO SONO LESBICA– vuole dire riconoscersi nelle altre lesbiche. Finché ero solo innamorata di una donna eravamo solo io e lei.
Riconoscersi nelle altre significa far parte di una idea, essere parte di qualcosa di diverso, mentre io mi sentivo non diversa nei miei sentimenti. Diventare lesbica è stato il passo successivo.
Essere innamorata di una donna ma rivendicare il diritto per tutti di innamorarsi. Non più un fatto privato ma pubblico e politico.

Il tuo libro parla di desiderio e di maternità. Cosa è significato per te?
Questo libro è solo il primo di tre. Il prossimo libro racconterà proprio tutto quello che ci è voluto, i tre anni necessari per far nascere la mia primogenita. Tre anni di lotte con il corpo, con gli altri, con noi stesse per prendere delle decisioni importantissime come la procreazione medicalmente assistita (PMA), i donatori anonimi, la relazione con la filiazione genetica, non genetica. Questioni universali che riguardano tutte le coppie sterili e non solo. Quindi ci sarà un ulteriore seguito che dirà le nostre battaglie private e pubbliche per fare crescere i nostri figli sereni in questa società.
Posso raccontarvi quello che dico alle coppie che mi chiamano e che mi chiedono un consiglio. Gli dico che, come prima cosa – se volete avere dei figli, dovete essere chiari con il mondo che avete intorno- Non è possibile mettere al mondo figli se non ci siamo dichiarati lesbiche o gay a tutti quelli che ci stanno intorno, genitori, famiglia, lavoro. Altrimenti si potrebbero combinare solo guai per loro e per i loro eventuali figli. Una famiglia non si può costruire sulla menzogna, sui non detti, sulla vergogna.
Questa è la chiave per vivere sereni, essere totalmente trasparenti. Se sono lesbica e lo sono in modo aperto posso avere figli! Quello che non posso fare è fare figli piegando la realtà.

DOMANDE DI RITO. Quanto di Pollicino c’è stato nella tua storia d’amore?
Pollicino resiste a tutto, non si fa abbattere. Cerca una soluzione anche quando sembra che non ce ne siano. Io credo che la nostra storia sia molto simile a quella di Pollicino. Oggi quando mi chiedono, “come fate a stare insieme da 36 anni?” Io rispondo “Facciamo un giorno alla volta!”
Lo abbiamo sempre fatto, dal primo momento. Non abbiamo mai fatto grandi proclami, come io ti amerò per sempre o mi impegno da oggi fino alla morte. Io mi posso impegnare per oggi, per domani, tra una settimana tutto al più, ma la vita, l’amore, sono cose che vanno e vengono ed è meglio non buttarsi in queste dichiarazioni.
Noi abbiamo affrontato insieme quello che accadeva, un giorno alla volta.
Oggi, contro quale Orco si trovano a combattere le Giuseppina e le Raphaelle che si innamorano? E quali sono le loro armi segrete per difendersi?
Gli Orchi ci sono sempre stati e sempre ci saranno. La differenza è che, in certi momenti, gli Orchi sono orchi per tutti e dunque le vittime sono difese e protette dal resto del mondo e gli orchi rimangono a rimuginare nelle loro tane scure.
In questo momento sembra che gli Orchi siano appoggiati da una parte della popolazione .
Questa è la cosa che fa più paura, che siano autorizzati, anche applauditi.
Questo è l’aspetto peggiore. Più che degli Orchi ho paura di chi li sostiene.
L’arma sono i giovani. I giovani che sono più forti, più ricchi, più aperti e cosmopoliti.
Per fortuna, abbiamo la tecnologia spesso additata come negativa, ma io credo che, se viene utilizzata con un minimo di intelligenza sia preziosa. La tecnologia mette in contatto le persone, è una possibilità enorme. I miei studenti, se hanno bisogno di parlarmi, possono trovarmi, hanno le chat, non sono soli e se hanno bisogno di sfogarsi possono scrivermi. La nostra grande fortuna è questo relazionarci facilmente, senza metterci la faccia se uno non osa. Creare legami ci rende più forti e ci permette di creare relazioni importanti. Io ho fiducia nelle relazioni, nei contatti, nel fare le cose, nella grinta, nella resistenza all’odio, alla cattiveria e al buio. Sono positiva.