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Come Ti Intervisto un Pollicino – Giuseppina La Delfa, autrice di "Peccato che non avremo mai figli" - Pollicino era un grande
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Come Ti Intervisto un Pollicino – Giuseppina La Delfa, autrice di “Peccato che non avremo mai figli”

POLLICINO e’ un grande lettore e ama le storie d’amore. Quindi, quando ne incontra una non riesce a non raccontarla e un poco si emoziona. Questa volta è capitato anche a me, quando ho conosciuto Giuseppina e la sua storia d’amore che potrebbe aiutare tante ragazze a riconoscersi e, perché no, a comprendersi meglio. Giuseppina è oggi scrittrice ma è conosciuta per il suo attivismo e il suo grande lavoro per i diritti delle persone LGBT+. Leggendo il suo libro si sente la tenacia e la tenerezza della sua storia trentennale, la sua crescita in consapevolezza e il suo desiderio che siano in molt* a potersi sentire come lei, liber* di amare e essere amat*.

 

 
Con chi parliamo oggi? Oggi Pollicino vi racconta del suo incontro con Giuseppina La Delfa. Molti la conoscono per il suo attivismo, è  ex presidente di Famiglie Arcobaleno, l’associazione italiana dei genitori omosessuali e transessuali fondata nel 2005 sul modello dell’associazione francese Association des Parents Gays et Lesbiens. Famiglie Arcobaleno è stata la prima associazione in Italia a promuovere  la discussione sull’omogenitorialità. Giuseppina è nata nel nord della Francia. È laureata in lingua e letteratura italiana con specializzazioni in letterature comparate e didattica delle lingue straniere. Dagli anni novanta vive in Italia, dove ha cominciato a frequentare gruppi lesbici come la Lista Lesbica Italiana, che per dieci anni ha anche amministrato.  Oggi è vicepresidente di NELFA, il Network of European LGBTIQ* Families Associations . Insegna, è una moglie e una madre.  Giuseppina è anche una scrittrice ed è proprio per il suo libro che  Pollicino ha voluto cercarla per farle qualche domanda.

 
Nel suo primo libro Peccato che non avremo mai figli (ed. Aut-Aut, 2018)- in realtà il primo di una trilogia – ci racconta come è nato e come ha combattuto per la storia d’amore con la sua compagna, oggi moglie, Raphaëlle. Il loro amore, aveva solo un piccolo neo, a partire dal loro primo bacio, il pensiero che non avrebbero potuto avere figli, pensiero che è diventato il titolo del libro ma non la realtà.

 
Oggi Giuseppina e Raphaëlle hanno due figli Lisa Marie ed Andrea Giuseppe. Ma come ci sono arrivate? E’ stato un lungo percorso di consapevolezza, lotta, fatica e desiderio. Che in questo tenero libro autobiografico possiamo seguire, dalla prima dichiarazione di amore, nato tra i banchi del liceo, a Tourcoing, fino alle loro vita in Italia, dall’Abruzzo alla Campania. E poi l’incontro con l’attivismo, il farsi parte della lotta per riconoscimenti e diritti delle persone omosessuali. Ma ascoltiamo direttamente le sue parole.

 

BENVENUTA Giuseppina. Bello averti qui! Partiamo dalle tue parole. In -Peccato che non avremo mai figli- leggiamo  “scrivo per tanti ragazzi che ancora oggi non vivono felici e continuano a tacere”. Secondo te, com’è  la situazione per ragazze e ragazzi nel 2018?

Penso che, per le ragazze e i ragazzi, non tutti ma quasi tutti, è difficile scoprirsi omosessuali e ammetterlo. Molti, quando scoprono di provare attrazione sessuale per persone dello stesso sesso, si nascondono, magari dietro parole alla moda. Per esempio, dicono di essere fluidi, dicendosi così aperti ad altro. Magari è vero e i giovani di oggi sono più propensi a essere aperti a tutto ed è positivo. Ma spesso penso ci sia ancora paura.  Il non ammettere la possibilità di essere semplicemente gay o lesbica, dimostra secondo me, che si fa fatica, ancora oggi, ad accettare la propria omosessualità.  Per un gay o una lesbica scoprire quello che provano si trasforma in un momento di profonda difficoltà.

 
La grande differenza, in confronto agli anni ottanta, è che adesso ci sono strumenti per aiutarti, mentre noi eravamo molto isolate, soprattutto le donne. Questi ragazzi possono, con un semplice click, anche se non osano uscire di casa, trovare un luogo, anche solo virtuale, dove confrontarsi. Oggi i ragazzi e le ragazze hanno chat, mailing list, siti e possono avere velocemente un confronto. Abbiamo anche una cultura, una letteratura, film, serie tv che aiutano a rappresentarsi e a riconoscersi negli altri, mentre noi, prima, eravamo totalmente persi, isolati nel mondo.

 
Questo è il grande vantaggio che offre la tecnologia, i media e la cultura che ci sono oggi.

 
L’altra grande differenza? Noi ci abbiamo messo decenni, loro faranno più in fretta a riconoscersi come gay o lesbica. E si spera potranno viverlo più serenamente.

 

Di te quando avevi a trenta anni, scrivi: “Amo una donna da tredici anni ma non sono ancora lesbica e forse nemmeno omosessuale” . Quella che proponi è una differenza importante. Ci dici di questo incontro con il mondo lesbico?

Essere lesbica vuol dire fare una battaglia, rivendicare il diritto ad esserlo pubblicamente con tutto quello che va insieme, diritti, riconoscimento, dignità. Mentre, se sei solo innamorata di una donna, è qualcosa che vivi nel privato e riguarda te e basta.

 
Io ero innamorata ma non lesbica, non lo rivendicavo, non mi battevo pubblicamente e le vivevo come due cose differenti.

 
E poi c’è un fatto. Dire – IO SONO LESBICA– vuole dire riconoscersi nelle altre lesbiche. Finché ero solo innamorata di una donna eravamo solo io e lei.

 
Riconoscersi nelle altre significa far parte di una idea, essere parte di qualcosa di diverso, mentre io mi sentivo non diversa nei miei sentimenti. Diventare lesbica è stato il passo successivo.

Essere innamorata di una donna ma rivendicare il diritto per tutti di innamorarsi. Non più un fatto privato ma pubblico e politico.

 

Il tuo libro parla di desiderio e di maternità. Cosa è significato per te?

Questo libro è solo il primo di tre. Il prossimo libro racconterà proprio tutto quello che ci è voluto, i tre anni necessari per far nascere la mia primogenita. Tre anni di lotte con il corpo, con gli altri, con noi stesse per prendere delle decisioni importantissime come la procreazione medicalmente assistita (PMA), i donatori anonimi, la relazione con la filiazione genetica, non genetica. Questioni universali che riguardano tutte le coppie sterili e non solo. Quindi ci sarà un ulteriore seguito che dirà le nostre battaglie private e pubbliche per fare crescere i nostri figli sereni in questa società.

 
Posso raccontarvi quello che dico alle coppie che mi chiamano e che mi chiedono un consiglio.  Gli dico che, come prima cosa – se volete avere dei figli, dovete essere chiari con il mondo che avete intorno- Non è possibile mettere al mondo figli se non ci siamo dichiarati lesbiche o gay a tutti quelli che ci stanno intorno, genitori, famiglia, lavoro. Altrimenti si potrebbero  combinare solo guai per loro e per i loro eventuali figli. Una famiglia non si può costruire sulla menzogna, sui non detti, sulla vergogna.

 
Questa è la chiave per vivere sereni, essere totalmente trasparenti. Se sono lesbica e lo sono in modo aperto posso avere figli! Quello che non posso fare è fare figli piegando la realtà.

 

DOMANDE DI RITO. Quanto di Pollicino c’è stato nella tua storia d’amore?

Pollicino resiste a tutto, non si fa abbattere. Cerca una soluzione anche quando sembra che non ce ne siano. Io credo che la nostra storia sia molto simile a quella di Pollicino. Oggi quando mi chiedono, “come fate a stare insieme da 36 anni?” Io rispondo “Facciamo un giorno alla volta!”

 
Lo abbiamo sempre fatto, dal primo momento. Non abbiamo mai fatto grandi proclami, come io ti amerò per sempre o mi impegno da oggi fino alla morte. Io mi posso impegnare per oggi, per domani, tra una settimana tutto al più, ma la vita, l’amore, sono cose che vanno e vengono ed è meglio non buttarsi in queste dichiarazioni.

Noi abbiamo affrontato insieme quello che accadeva, un giorno alla volta.

 

Oggi, contro quale Orco si trovano a combattere le Giuseppina e le Raphaelle che si innamorano? E quali sono le loro armi segrete per difendersi?

Gli Orchi ci sono sempre stati e sempre ci saranno. La differenza è che, in certi momenti, gli Orchi sono orchi per tutti e dunque le vittime sono difese e protette dal resto del mondo e gli orchi rimangono a rimuginare nelle loro tane scure.

In questo momento sembra che gli Orchi siano appoggiati da una parte della popolazione .

 

Questa è la cosa che fa più paura, che siano autorizzati, anche applauditi.
Questo è l’aspetto peggiore. Più che degli Orchi ho paura di chi li sostiene.

 
L’arma sono i giovani. I giovani che sono più forti, più ricchi, più aperti e cosmopoliti.

Per fortuna, abbiamo la tecnologia spesso additata come negativa, ma io credo che, se viene utilizzata con un minimo di intelligenza sia preziosa. La tecnologia mette in contatto le persone, è una possibilità enorme. I miei studenti, se hanno bisogno di parlarmi, possono trovarmi, hanno le chat, non sono soli e se hanno bisogno di sfogarsi possono scrivermi. La nostra grande fortuna è questo relazionarci  facilmente, senza metterci la faccia se uno non osa. Creare legami ci rende più forti e ci permette di creare relazioni importanti. Io ho fiducia nelle relazioni, nei contatti, nel fare le cose, nella grinta,  nella resistenza all’odio, alla cattiveria e al buio. Sono positiva.

 

POLLICINO RINGRAZIA LA POSITIVITA’ E LA GENTILEZZA di Giuseppina. cERTAMENTE METTERà IL SUO LIBRO NELLA SUA LIBRERIA, A DISPOSIZIONE DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI CHE INCONTRERA’ E CHE POTREBBERO SCOPRIRSI PIù FORTI LEGGENDO questa bella STORIA DI AMORE, DIRITTI E BATTAGLIE. oGGI ABBIAMO BISOGNO ANCORA E ANCORA DI PIU’ DI STORIE CHE CI RICORDINO LA STRADA FATTA E LA NECESSITà DI ANDARE AVANTI SENZA ARRETRARE DI UN PASSO. nON UN PASSO INDIETRO.

 

Avete voglia di saperne di più?

Giuseppina la trovate online, su Facebook per esempio, e il suo libro lo potere comprare facilmente.

Giuseppina è anche Blogger per Huffington Post

Per comprare il LIBRO – Peccato che non avremo mai figli – 2018, edizioni AUT AUT

Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

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