Facciamo attenzione al piacere. Intimità oltre lo stress da Covid-19
Dopo tutto il piacere è una guida più sicura del diritto o del dovere.
Samuel Butler
Stiamo facendo i conti con la distanza. Ma se, la distanza fisica, protegge la salute, stare bene è anche fatto di anima, corpo, sesso, spiritualità. Eppure è possibile ritrovarsi anche in questa distanza. Che non è solo fisica, le emozioni di questo periodo hanno soffocata la ricerca del piacere. In molte situazioni, si è ritenuto il piacere un qualcosa di troppo – o per scelta o perché sopraffatt* dalla situazione. Certo per alcune coppie, che si sono lasciate andare a fantasie anche nel momento in cui il mondo è preso dal Covid-19, è stata occasione di avvicinamenti e nuove energie, ma non sempre.
Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo al piacere? Certamente, dentro una sola parola ci sono tante cose. Tu sai qual è la ricetta del tuo?
Il piacere è una intenzione da perseguire
Come racconta molto bene Cyndi Darnell, il piacere deve essere ancora maggiormente una pratica intenzionale in tempo di stress. In un periodo di isolamento forzato dal mondo, per molti dedicarsi al piacere viene vissuto come una colpa. Sembrerebbe illegittimo sentirsi bene mentre il mondo sta male. E visto che il senso di colpa è una pietra angolare in molte storie, la vergogna è accettata molto più della sessualità soddisfacente. Quindi entra nelle storie e nei letti, spegne e allontana dai bisogni.
Eppure il piacere è – allo stesso tempo – una spinta vitale alla sopravvivenza. L’essere umano, in primis per seguire il richiamo della riproduzione e per sentirsi vivo, sa quanto la sessualità sia un canto necessario.
Vivere armoniosamente il sesso vuole dire prima di tutto volerlo.
Senza intenzione e consapevolezza, tutto diventa più complicato. Per questo conoscere se stess* permette di sostenere la conoscenza nella propria coppia o con le persone che incontriamo nel piacere. Per lo stesso motivo, un buon livello di sapere rispetto ai nostri bisogni e di autostima, ci permette di vivere bene con chi siamo. In fondo, saper stare sol* è meglio che vivere male la coppia.
Se si è in coppia bisogna volerlo nutrire in due. L’abitudine alla presenza diventa un motivo di noia, abituarsi da una parte rassicura ma può spegnere la passione e il desiderio. La ricerca di connessione sfida la routine e crea un tempo per il piacere, rendendolo un vero impegno con se o la propria coppia.
Creare uno spazio per il piacere
Tutto ha bisogno di un giusto spazio e tempo. Il lavoro, la cucina, il relax, il sesso. Per questo è importante dedicare attenzione nel creare uno spazio adatto al piacere, senza fretta e senza distrazioni. Ora che siamo più a casa, scegliamo come trasformare lo spazio dell’incontro in modo che sia più accessibile entrare in connessione con chi abbiamo accanto. Via, quindi, elementi che tolgono l’attenzione, specie la TV (protagonista di lockdown e serate casalinghe). Via il telefono che squilla incessantemente. Il tempo è attenzione.
Il periodo covid ha inserito nuovi elementi di preoccupazione che ostacolano il dedicarsi a sé. Il problema soldi, che lavora su molte variabili e livelli pratici e psicologici, si è insinuato tra le coppie e nella vita delle persone single.
La sicurezza economica, messa in scacco da una crisi importante, allontana la calma che serve per fare attenzione al bisogno di intimità, contatto, vicinanza emotiva.
Nel libro di Rob Walker “L’arte di vedere le cose intorno a noi“, non si parla di sesso ma ci aiuta a giocare con il fare attenzione. L’attenzione però crea un tempo e uno spazio. Alcuni dei suoi suggerimenti, si adattano benissimo anche alla vita di coppia. Per esempio, confrontate i ricordi della vostra storia, piccoli momenti speciali da raccontarvi entrando fino nei piccoli particolari. E’ diverso dire “eri molto bello quando ci siamo conosciuti” o “ricordo come diventavi vagamente rosso ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano” o ” la maglietta che avevi metteva in risalto un po’ di pancetta e mi piaceva quella fantasia a fiori che avevi scelta, non curante di nulla, lo trovavo sexy”. Oppure camminare insieme in silenzio, ascoltando i sensi e la vicinanza di chi si ha accanto.
In ogni caso scegliamo di esserci. Fare attenzione, intenzionalmente, permette di percepire meglio le sensazioni del corpo focalizzato su quello che prova. A maggiore consapevolezza corrisponde un maggiore controllo sul corpo.
Avere cura di sé, del corpo e dell’anima nutre il piacere di stare insieme.
Ci sono circostanze in cui il corpo e il piacere fanno fatica a stare insieme. Come nei casi in cui le persone soffrono di dolore cronico o vivono all’interno di restrizioni mediche che, seppure non direttamente legate alla sessualità, crea delle condizioni per cui non ci si dedica al sesso.
Il piacere si teme per vergogna di star male, per lo stress che amplifica il sentirsi persona malata e la difficoltà a lasciarsi andare, a rilassarsi facendo attenzione alle emozioni piacevoli.
La razionalità, il peso della testa, dei pensieri blocca la possibilità di ascoltare il corpo e di dedicarsi a sé e all’altro/a. Ma il piacere è un diritto, che va coltivato, se possibile, per il benessere che ci porta.
E’ bene lavorare sul senso di legame, sulla fiducia, E’ bene nutrire anche la sessualità, che coltiva la relazione di intimità e vicinanza, e diventa un antidolorifico ai pensieri negativi e preoccupati che riempiono le giornate.
Quant’è bella Intimità
Star bene in coppia è stare bene insieme. Una sensazione che va al di là della prestazione sessuale e del desiderio, ma che mette le sue radici nella profondità della relazione. L’intimità è un regalo che si fa e si riceve. Ci permette di non solo toccare, ma metterci a contatto con l’altro senza perdere i nostri confini, anzi, sentendoci più presenti proprio perché connessi. Non esiste invasione o aggressione, è vicinanza, accoglienza, calore. Vuol dire trovare il proprio modo, in armonia con quello di chi abbiamo accanto, di coltivare il piacere di prendersi cura di sé e del noi. Una connessione resistente, che ci mette in contatto. Il piacere ha bisogno di essere permesso e cercato.
Lei si disse: “Andare a letto con lui, sì – però niente intimità!”
Karl Kraus
Se il gioco seduttivo ha molti volti, senza la ricerca del gioco, senza la scelta del piacere, non è possible entrare nella nostra intimità e quindi, ancor meno, in quella di coppia.
Questo ha a che vedere con un noi e la nostra storia, ma anche con la qualità della relazione, con la capacità di sentirci a nostro agio – sentendo di poterci fidare – oltre le convenzioni e dentro ad una consapevole dimensione sessuale.
Nulla nasce davvero spontaneamente. L‘illusione della naturalezza è un mito pericoloso, perché, specie in momenti delicati – come questo – è fondamentale permettersi di giocare il piacere, di sentirsi, di esplicitare il nostro bisogno. E ce lo permettiamo quando sentiamo di poterlo fare. Entrano in gioco elementi diversi sui cui però – in buona parte – abbiamo potere.
Per questo occorre fare attenzione per godersi anche l’intimità e la sessualità in maniera libera e piena. Un lavoro faticoso, per alcune persone, ma che può restituire il senso della coppia, rinvigorendone il legame, nutrendola di benessere che rende più solida non solo la relazione, ma il senso di sé.