Io mi tocco. E tu? Piacere e Masturbazione
Ehi, non denigrare la masturbazione: è sesso con qualcuno che amo.
Woody Allen
Chi lo ha detto che è solo piacere?
La storia del mondo umano coincide sotto molti aspetti con la storia del controllo sulla sessualità, specie femminile. In questo lungo cammino per una buona autodeterminazione, priva di etichette, la masturbazione è stata quasi sempre trattata con distacco, resa una vergogna e ricoperta di tabù.
La storia ha costruito il tabù della masturbazione
Se nei secoli era poco utile, non sosteneva la necessità delle famiglie di “produrre” figli, spesso necessari come mano d’opera, poi è diventata oscena, fonte di imbarazzo, una di “quelle cose lì” di cui meglio non parlare e di cui i bambini non devono sapere nulla. Salvo che, essere naturale toccarsi e scoprire che genera piacere, contatto e conoscenza di sé.
D’altronde, in un mondo senza spazio per il piacere sessuale femminile, con il timore che le donne si sentano libere e determinate, una pratica che le mette in contatto con se stesse e le fa stare bene, va da se che non è solo pericolosa è da limitare.
Le relazioni, necessariamente eterosessuali-matrimoniali e monogame (almeno per lei), hanno per secoli chiuso il piacere nel letto coniugale, se c’era, e resa la sessualità un dovere da rispettare a fini riproduttivi. Ma la natura non si ferma e non è bastato demonizzare il piacere per mantenere il potere sulla donna. E, in molti casi, anche sugli uomini, spesso frustrati nel dovere di avere accanto una persona che non volevano, repressi nel loro orientamento sessuale, obbligati a sentirsi sbagliati. Insomma, per molti secoli di infelicità – che ci piacerebbe dire finiti ma sappiamo essere ancora in molti casi la regola.
Ma oggi possiamo quantomeno parlare di piacere, sappiamo che stare bene con se stessi migliora di gran lunga le relazioni che possono migliorare e che l’autoerotismo non è una parolaccia, ma un percorso, spesso complesso e che non ha solo a che vedere con il sesso.
Cosa pensiamo della masturbazione? Cosa significa per noi?
Chi ha figli sa che il bambino, naturalmente, è spinto alla conoscenza del suo corpo e può palesare dei comportamenti in cui si tocca. Tale attività gli da piacere, tanto che a volte lo usa come consolazione in un momento di dolore o paura.
Una educazione che porta a reprimere la sessualità, blocca questi comportamenti, li taccia di “sbagliati” e sovente chiude la discussione per i decenni a venire.
Così ci si sente sbagliati e si smette di fare qualcosa che ci portava ad un maggiore contatto con noi stessi, ritenendo di avere qualcosa che non va. Invece non sarebbe male accompagnare le persone, sin da piccole, a comprendere – che non significa incentivare- come funziona il corpo e ad averne cura in tutte le sue manifestazioni. Con rispetto per se e per gli altri, non senza compromessi sociali necessari ma non per questo limitando e colpevolizzando attività che sono in noi, pur con differenze tra persona e persona.
Un giorno tutte le donne avranno gli orgasmi come tutte le famiglie hanno la televisione a colori… e finalmente potranno cominciare a occuparsi dei veri problemi della vita.
Erica Jong
La sessualità ben vissuta, positiva, aumenta il nostro benessere psicofisico, ci fa sentire maggiormente la motivazione, lo stato di salute migliora anche perchè si dorme meglio e si sente meno dolore. Ma per molte persone, soprattutto donne, è ancora un tabù. Anche se potremmo andare a vedere se, per gli uomini – che spesso la usano fin da ragazzini per darsi un tono di macho- sia una esperienza intima o dovuta. Se, anche in questo caso, sia una performance dovuta e non una possibilità di conoscenza di sé, possibilità di dedicarsi del tempo.
La masturbazione ha a che vedere con l’immagine che abbiamo di noi
La sessualità è molto di più di semplice piacere fisico e fisiologico ma è la nostra storia tradotta in emozioni. Il saperci dare piacere, il toccarci, il sapere cosa ci fa stare bene è spesso il risultato di un percorso legato a chi siamo. La nostra storia personale, la nostra cultura, la società sono tutti dentro i nostri gesti, conditi dalla nostra rappresentazione di tutto questo e passati attraverso il filtro delle nostre sensazioni e pensieri.
Non sempre però, esiste un legame onesto e diretto con noi.
Sovente, a causa di pregiudizi, educazioni rigide e repressive, incontri aggressivi con una società giudicante e poco fluida, il nostro rapporto con la sessualità e la masturbazione diventa il prodotto di limiti che sentiamo e non esperienze provate e percepite. Da quel primo rimprovero – “non si fa” – a cui raramente seguono spiegazioni attente , alla “morale” comune che non ammette sfumature, fino ad incontri che potrebbero aver minato la nostra autostima e la nostra serena ricerca del benessere sessuale ed emotivo. La strada verso il piacere può essere tortuosa e dolorosa. Ma entrare in contatto con il proprio corpo è un diritto da difendere. Un benessere da ripristinare, anche per proteggersi da incontri spiacevoli futuri, se mi amo, riesco a tutelarmi meglio.
Sesso di serie B – per perdenti! L’autoerotismo viene spesso narrato come secondario, di ripiego.
In moltissimi casi la masturbazione è il sesso per chi sta in panchina nel grande gioco delle coppie. Una sorta di allenamento per non perdere il ritmo, concesso in quanto single. Per molte persone, una volta in coppia, diventa off limits, come se fosse un tradimento al sesso a due.
Ma l’autoerotismo, che ha moltissime forme e non tutte portano all’orgasmo, è prima di tutto conoscersi e conoscersi è una strada che non finisce mai.
Nasce con la curiosità di chi vuole capire come si è fatt*, continua come contatto, rassicurazione, piacere. Il legame che abbiamo con la nostra pelle, il nostro corpo, cambia nel tempo. In una sessualità piena, rappresenta il gioco dell’ esplorazione per capire cosa ci piace davvero, cosa dà piacere sul serio per noi e per comunicarlo quando siamo con la persona, o le persone, con cui vogliamo condividerlo.
Nasce con la curiosità di chi vuole capire come si è fatt*, continua come contatto, rassicurazione, piacere. Il legame che abbiamo con la nostra pelle, il nostro corpo, cambia nel tempo. In una sessualità piena, rappresenta il gioco dell’ esplorazione per capire cosa ci piace davvero, cosa dà piacere sul serio per noi e per comunicarlo quando siamo con la persona, o le persone, con cui vogliamo condividerlo.
La coppia che comunica fa sesso meglio, la coppia dove le persone che la compongono hanno un rapporto sereno con la sessualità e il proprio piacere, sanno rendere l’incontro intimo più ricco.
Certo, deve esistere una buona comunicazione e, specie nelle coppie eterosessuali, sovente per il maschio – vittima di secoli di supremazia a letto senza parole – questo potrebbe diventare un momento “spaventoso“, perché vuol dire uscire dalla caverna della performance ed entrare nel mondo del piacere condiviso, dove non si comanda, ci si prende per mano.
E con le mani si fanno molte cose, a cui però, una buona intimità può aiutare a lasciarsi andare (certo se si è disposti a mettere in discussioni qualche stereotipo).