Abbraccia il Fallimento. Starai benissimo.
Fare un errore diverso ogni giorno non è solo accettabile, è la definizione di progresso.
La mia carriera è stata un fallimento-o
Robert Brault
Non dir cosi’
Elio e le Storie Tese (Abbecedario)
Il nostro è un mondo di prestazioni e vittorie. Il fallimento non è contemplato.
Abbiamo una tale paura di far male, di fallire, che spesso restiamo ferm* al palo e non partiamo mai nella corsa della vita che vorremo. Ci teniamo la vita che tutto sommato non scontenta nessuno. La verità è che ci troviamo le tasche piene di parole non dette, gesti non fatti, progetti non realizzati. Eppure alcune di quelle parole valeva la pena dirle, quei gesti potevano avere un valore, certi progetti erano bellissimi. Sarebbero stati bellissimi anche se poi fallivano. Perché erano i nostri progetti.
Tentare è sempre una vittoria. Certo il risultato conta, ma è un’altra storia. Tra i sapori più amari da avere in bocca, c’è quello dei “Se avessi…”
Eppure non abbiamo altra strada che l’errore per diventare persone più consapevoli. Sbagliare porta a migliorarsi, a conoscersi. Insomma, senza cadute non avremmo mai imparato a camminare, a nuotare, a baciare, a far l’amore, a disegnare, a scrivere decentemente il nostro nome. Non abbiamo altro modo per imparare che fare, e facendo si corre il rischio di sbagliare.
Se ci fermiamo al primo errore e facciamo vincere la vergogna, probabilmente non andremo molto avanti, ma se accettiamo il dispiacere e capiamo cosa è migliorabile per riprovarci, ecco, saremo sempre ad un passo più avanti ad una vittoria. Almeno alla vittoria sulla paura, che è pur sempre la peggiore di tutte.
Comprendere e diventare persone consapevoli della nostra vulnerabilità, ci aiuta a superare la vergogna e il timore di non andar bene. Come ci racconta la ricercatrice Brené Brown, le nostre imperfezioni sono amabili come il resto di quello che siamo, dobbiamo solo scoprirlo.
La psicologa abbraccia il suo fallimento.
Voglio proporre qui il mio fallimento e condividere la possibilità che non sia un errore, a volte è una liberazione che ci regala serenità e consapevolezza.
Nel 2020 ho pubblicato – in maniera autoprodotta – una piccola raccolta di racconti dal titolo 7 è il mio numero preferito e ne ho vendute ben 3 copie (e una ad una cara amica). Avevo tanto pudore e imbarazzo nel pubblicare i miei racconti e ora so che forse facevo bene – visto che non sono piaciuti e manco qualche amic* li ha comprati!
La verità? Quando me ne sono accorta mi è venuto da ridere. Come mai? Perché avevo comunque vinto la mia paura di tiorare fuori questo aspetto di me. Perché i racconti erano liberi di farsi leggere, anche solo da 3 persone – insomma, avevo superato la prova! Non mi ero disintegrata in mille pezzi. Sono sempre una persona adulta capace di fare il suo lavoro e con la passione della scrittura. Certo, sono fortunata a non aver ritenuto di poterne fare il mio lavoro.
Quello che voglio dire che è che un fallimento – in questo caso personale di modeste dimensioni – non sminuisce chi io sia, ma racconta la mia forza nel provarci e nel sorridere nonostante tutto.
Errare è naturale, eppure ci mette in contatto con un potere formidabile dell’essere umano, quello di perdonarsi. Una occasione di crescita e di empatia per sé stess* che ci aiuta a diventare quello che siamo. Quindi abbracciate quel che siete, errori e fallimenti compresi.
Lasciatemi dire con Bertolt Brecht che “sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore.” Sebbene speri che i miei progetti futuri (come questo blog che si arricchirà di un podcast dedicato o il progetto di prevenzione del benessere di coppia #vitaminadicoppia abbiamo migliore fortuna dei miei poveri 7 racconti.