
Pensavo fosse Amore invece era Aggressione – La Violenza è Normale
Anche l’amore distrugge. Tutto ciò che era bello, tutto ciò che era vero, finiva.
Virginia Woolf “La Signora Dalloway“
«Quello che sembra una cosa» mi diceva «può benissimo essere un’altra.» Mi tornò in mente il mio igloo di bucce d’arancia. «Se ti concentri abbastanza a lungo» mi spiegava, «è molto probabile che quanto hai immaginato diventi realtà.» E si batteva la fronte. «È tutto nella nostra mente.»
Jeanette Winterson “Non ci sono solo le arance”
Le cose, di solito, iniziano bene. Un sorriso, uno sguardo, una bella serata. Poi ci si vede, magari ci si piace, si esce insieme. Magari si fa sesso. Poi però non funziona (o non funziona dopo un po’), si hanno idee diverse, obiettivi diversi, l’incontro non può (o non può più) continuare, crescere in una relazione, un NOI che fa star bene. E allora si rompe, dispiace anche un po’ ma si rompe quello che c’era e non c’è più. Ci si lascia, si dice “Mi dispiace ma la nostra storia è finita”.
Quando una relazione finisce c’è un po’ di tristezza ma è così la vita a volte, terribilmente, necessariamente triste.
Ed è a questo punto che le cose cambiano. Se una parte di mondo va avanti, incontra altre persone, si dedica a sé, lavora, fa progetti, ci sono altri che non riescono. Si fermano, non si arrendono, insistono, decidono che quel NO non ci deve essere, deve cambiare, deve diventare cosa si vuole che sia, ad ogni costo.
Non riescono a fermarsi. Dicono. Con gli amici si dipingono come romantici eroi innamorati che inseguono la loro amata scappata via.
Anche se magari la “storia” è durata qualche giorno, anche se l’altra ha una nuova persona accanto e non ci pensa proprio alla possibilità di aver sbagliato valutazione. Allora mandano regali, pensieri, messaggi, messaggini, chat, foto di quando si stava bene. Perchè si vuole andare contro il destino che li vuole insieme? Si fermano le amiche, a volta anche i parenti per spiegargli che si deve tornare indietro. Lo si fa per amore, solo per amore, una insistenza che è certa di avere un buon motivo, si ammanta di parole dolci, di frasi fatti e va avanti. Altre email, altri messaggi, altre telefonate. Una zona oscura pulsa in questi casi e fa male, non si accetta cosa sta accadendo, non si vuole ammettere di aver perso il proprio oggetto del desiderio, non si può accettare e gestire il sentimento di abbandono che si prova. Ci si sente romantici ma si è aggressivi.
Non è una ragazzata, non è un gioco, non è Amore.
E’ Violenza, è ossessione, è l’incapacità di vedere l’altro che si dice di amare, di dargli la libertà che pure gli appartiene di essere felice altrove, con altri o sola non importa, pur che sia a modo suo.
Non ci sono schiaffi, forse, non ci sono occhi neri, ma è violenza.
p style=”text-align: justify;”>Ogni messaggio in più è un segno che rende l’altro infelice, incredulo, insicuro, pieno di rabbia. Ogni dichiarazione di amore, i “mi appartieni”, i “con chi stai adesso?”, i “come fai l’amore con l’altro?”, i “devi amarmi” sono aggressioni che feriscono e che dovrebbero far prendere provvedimenti.
“Deve tornare con me” che sulle prime può sembrare (allo sguardo superficiale) un atto da inguaribile romantico, parlandone insieme con gli amici scappa detto che “magari è po’ immaturo, ma con il tempo gli passerà”. E se non gli passa? Quella stessa persona, può trasformare la sua determinazione, la sua ossessione in un “Se non l’avrò io non deve averla nessuno”.
E’ normale, capita spesso, ne leggiamo in continuazione. Certe persone possono fare qualcosa che si definirebbe pazzesco ma non lo è. Purtroppo accade. Quello che dovrebbe essere amore diventa ossessione e si manifesta in molte forme, tutte inseribili nella cornice dello stalking fino a diventare violenza anche fisica, fino a diventare fuoco, polvere da sparo, lama che taglia. Il femminicidio inizia anche così, da una parola amore che amore però non è, da una immaturità che è instabilità, bassa autostima, possibilità di fare male agli altri.
Il cinema ci ha proposto finora delle immagini sbagliate dello stalker, del molestatore che non si arrende al No. Sono immagini eccessive che fanno apparire tutto straordinario. Ma la violenza è normale.
Film come “Fear” (1996) dove una ragazzina scopre poi che il suo ex è uno psicopatico o “A letto con il Nemico” ( 1991) che vede una moglie scappare dal marito geloso e pronto a trovarla ovunque lei sia o, peggiore di tutti, “Il ragazzo della porta accanto” (2015) dove la donna da poco separata si concede una notte con un ventenne che poi sarà ossessionato da lei e fa di tutto per renderle la vita un inferno. Tutte storie troppo. L’errore di questi film ( e ce ne sarebbero altri) è sempre lo stesso: la STRAORDINARIETÀ della trama, l’eccesso.
Perché la violenza è delle situazioni anche normali. Non è solo degli efferati psicopatici socialmente pericolosi.
Non è solo di quelli che li riconosci dal primo sguardo che hanno qualcosa dentro che non li fa star bene, quelli che si capisce che prima o poi qualcosa storto lo fanno.
Se non ci alleniamo a vedere la normalità con cui accettiamo certi atti di violenza faremo sempre fatica a riconoscere il pericolo prima che accada o ci accada. Sensibilizzarci a cosa NON è amore, a proteggerci, segnalando, essendo meno comprensivi se necessario, educando alla libertà nella coppia, al rispetto, alla parità ( perchè uomo o donna la differenza c’è e c’è sempre) queste sono solo alcune delle possibili azioni da fare. Ma sono da fare.
E la vittima?
Anche la vittima deve fermarsi e ripetersi che quanto accade intorno a lei è INGIUSTO, SBAGLIATO e non è amore. Allontanarsi più possibile, bloccare in ogni modo la persona che vuole convincerla a vivere una vita non sua, prendere le distanze come si riesce, chiedere aiuto a chi si conosce o a professionisti in grado si sostenere in queste delicate situazioni. Questo per cominciare.
Quando l’ex o l’ammiratore diventa insistente, invadente, comincia a far paura, non chiedetevi se è colpa vostra, difendetevi. Non amare o non amare più qualcuno non può essere una colpa, così come chiamare amore un’aggressione di certo non è una qualità.
Se avete a che fare con qualcuno che vuole convincervi, oltre ogni vostro NO, ad avere o continuare una relazione d’amore con lui, la prima cosa da fare è capire che non vi sta proponendo amore. Amore è un’altra cosa. Questa è violenza. Ci sono però sempre dei segnali a cui far caso, anche prima delle peggiori manifestazioni. A seguire ne segnalo alcuni.
Facciamo caso alla qualità delle nostre relazioni, ci segnalano anche quanto noi amiamo noi stessi!
Se nella relazione ci sono stati diversi momenti bui, se ci si è anche lasciati ma poi si è sentito di dover tornare con lui solo perchè “sta troppo male” o perchè “insiste tanto quindi vuol dire che mi ama”
Se quando parli della possibilità di lasciarsi ti fa capire che non puoi permettertelo, che non puoi vivere senza di lui, che lui ti ama e non le te lo lascerà fare.
Se il partner sembra ritenerti un suo oggetto. Ti mostra, ti veste, si vanta di te con gli amici ma non ti offre reali attenzioni.
Se il suo carattere è poco apprezzato. Fa fatica a trovare lavoro ( in misura al di là dei problemi attuali per tutti), se lo trova non riesce a mantenerlo, non sembra curare i rapporti con gli altri, ha pochi amici.
Se controlla la tua vita in mille modi. Guarda il tuo telefono, le chat, le email. Se in qualche modo ti fa capire cosa puoi o non puoi fare, facendolo passare magari per un pensiero affettuoso ma che se ci pensi, limita i tuoi desideri e le tue azioni.
Se ti spinge a scegliere un certo tipo di impegno con gli amici o anche per lavoro. Se ti indica cosa indossare, chi vedere. Se quando sei con lui ci sono cose che non puoi fare.
Se ha fatto in modo che ti allontanassi da alcune persone solo perchè non piacevano a lui. O se ti ha allontanato da partenti e amici a te cari. Se tutto il resto del mondo è un nemico e lui la tua sola terra salva.
Se ti ha minacciato durante la relazione, a mani nude o con armi (coltelli, pistole, etc), con la voce o con certe frasi che non hai ben capito ma ti hanno fatto paura.
Se non riesce ad accettare un No quando si parla di sesso.
Se la sua gelosia coinvolge tutto quello che ti gira intorno ( dalle amiche alla palestra, al lavoro, agli hobby, agli animali di cui ti prendi cura).
Se ti segue quando esci, se gli chiedi di lasciarti stare, di non telefonare ma lui ti chiama e manda messaggi in continuazione senza rispettare quanto richiesto.
Pollicino: Chi pensa di star sbagliando solo perchè non ama ( o non ama più) L’Orco : L’aggressività che si fa chiamare Amore L’arma segreta : Prendere le distanza, capire che non parliamo di Amore, farsi aiutare, denunciare.