
"Girlmore Girls" ovvero, cose da NON fare se vuoi lavorare. Se Rory fosse una psicologa…
Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.
WINSTON CHURCHILL
Partiamo da una ammissione. Io alle Gilmore Girls, tristemente noto in Italia come “Una mamma per amica” sono affezionata dal primo anno di programmazione, partita nel 2001. Le battute veloci, il tono sarcastico, il burbero dal buon cuore, la speranza e l’imperfezione. La storia della giovane mamma single, con una figlia di soli 16 anni più grande, le discussioni in famiglia, le relazioni affettive confuse, i primi amori di una adolescente, il parlare mamma/figlia sempre veloce, prendendosi in giro e a volte con un poco di arroganza verso gli altri, ecco, questo e molto altro, misto alla bizzarra atmosfera della loro StarsHollow mi ha sempre fatto simpatia. Quindi non potevo non vedere il reboot, 4 puntate da 90 minuti per raccontare un anno della loro vita, una di quelle operazioni nostalgia che vincono proprio, e solo, perchè cavalcano la nostalgia.
TRAMA. Nelle puntate disponibili su Netflix le due protagoniste, mamma e figlia, vivono un anno di esperienze diverse, affettive e lavorative. Ma io voglio parlare solo della giovane Gilmore, Rory, donna di 32 anni, free lance. Da sempre secchiona imperfetta, fragile ma forte, indisponente ma tenera, con molte doti e competenze intellettuali, ha un sogno: essere giornalista. Oggi, dopo 10 anni nel mondo del lavoro, non uno, non due, dieci, la giovane adulta manca di certezze, il mondo della stampa non le lascia molto spazio e lei inanella un passo falso dopo l’altro. Certo, la sua vera strada è forse la scrittura di romanzi ma lo saprà solo alla fine, prima farà qualche pasticcio. Ora. Mentre guardavo le puntate mi chiedevo “Cosa sarebbe successo SE RORY FOSSE UNA PSICOLOGA?” Moltissimi giovani colleghi, intorno ai trenta se non prima, si mettono a cercare la loro strada nel mondo della psicologia, chiedendosi cosa devono fare. Bene, qui vi scrivo, a Rory piacendo, dei miei pensieri personali su cosa NON fare.
COSA FA RORY GILMORE – Nella ricerca del suo posto nel mondo del giornalismo, Rory si muove senza alcuna certezza. Non sa bene cosa voglia fare, dovrebbe avere un colloquio di lavoro ma non la chiamano, allora penzola tra idee a metà, senza convinzione. Molto spesso sono gli altri a spingerla a fare le cose, mentre lei non prende posizione. E’ stata brava tutta la vita, perchè nessuno la cerca? Rory si propone molto male, anzi neppure si propone, per lo più aspetta. Va bene, va bene, l’America non è l’Italia ma lei ha scritto un articolo, uno, su un periodico molto famoso (The New Yorker) ma non basta. Inoltre non bada a spese e, pur senza certezze economiche, la vediamo volare da casa (Stars Hollow) a Londra ogni piè sospinto. Spero non lo veda mia madre o potrebbe lamentare le poche occasioni che passiamo insieme.
E INVECE? Al momento di costruire una carriera professionale devi avere chiari i tuoi punti di forza, cosa sai fare bene e cosa vuoi ottenere. Senza idee chiare su questo, qualsiasi progetto potrebbe risultare fallimentare, investendo troppe energie casualmente, disperdendole senza raggiungere risultati. La carriera accademica, l’Università, gli esami, sono un mondo lontano da quello del lavoro. Non necessariamente peggiore, ma diverso e non possiamo affrontarlo con l’aria “tu non sai chi sono io”. Pur sentendosi in gamba, è sempre bene avvinarsi sicuri ma umili, quell’umiltà qui e ora (per dirla con Edgar H.Schein) che ci da la consapevolezza che siamo interdipendenti dagli altri (senior, rete dei colleghi, amici, medici, possibili invianti, ordine di appartenenza e la lista continua). Quindi, per riuscire a lavorare, dobbiamo capire che vanno costruite relazioni tra colleghi e non solo, perchè la nostra reputation si basa anche su quello. La nostra capacità di stare con gli altri e in che modo.
COSA FA RORY GILMORE – Rory insegue un progetto inutile, senza basi, solo per restare in Europa. Un libro su una giornalista famosa quanto alcolista e in preda all’umore del momento. Al momento di definire il progetto su cui lavorare, Rory non solo non sembra avere un metodo ma si lascia trasportare dalla sua committenza che chiaramente non ha la capacità di definire una linea di lavoro. Rory allora, cerca di proteggere il suo progetto pur non credendoci molto, finché, chiaramente, il progetto salta. Nel frattempo, affronta anche la spesa dei lunghi e numerosi spostamenti, senza ammettere neanche a se stessa che il vero motivo per cui non desiste è la persona che l’aspetta a Londra.
E INVECE? Le idee chiare sono necessarie sempre. Se chi ci propone un eventuale progetto lo fa in maniera fumosa, probabilmente non ci sta proponendo qualcosa di buono. Possiamo provare a renderlo utile, definendo in primis il nostro ruolo nella storia o lasciarsi (s)travolgere da una possibile perdita di tempo ed energie, quando non denaro. Perchè anche la cura dell’aspetto economico in un investimento non può essere lasciata al caso. Ragioniamo prima di dire di Sì. Anche se non abbiamo molto lavoro, ogni investimento deve avere una sua concreta ricaduta positiva per la professione e un valore positivo economico tangibile.
COSA FA RORY GILMORE – Rory, dopo tentativi fallimentari e progetti scadenti, avrà il peggior colloquio di selezione di sempre. Non le piace cosa le offrono e il sito per cui dovrebbe scrivere ma, di nuovo, si fa convincere a fare il colloquio. Quando va per un colloquio con Sandee della omonima “Sandee Says” non ha riflettuto un secondo su come proporsi. L’unica cosa che prepara per il colloquio è il suo vestito rosso portafortuna che, fortunata lei, le entra ancora dopo decenni. Per il resto nessuna idea. Va senza aver visto il sito, senza una qualche idea ed entra guardando con sospetto l’ambiente troppo smart e senza ufficio del personale. Quando Sandee la fa sedere per parlare e le chiede , banalmente, “Se decido di scommettere su Rory Gilmore, che cosa ottengo? ” lei risponde uno sgradevole “Scusa?” con espressione incredula e vagamente sprezzante. A niente vale il “Convincimi.” di Sandee, lei ammette di non aver preparato un argomento. Più meno così:
Sandee – Pensavo portassi delle idee.
Rory- Ne ho (pausa), cose sulla cultura mondiale….
E INVECE? Se ci presentiamo ad un colloquio di lavoro, anche se hanno scelto il nostro CV, anche se hanno sentito parlare di noi, dobbiamo presentarci con una idea. Anche in una prima seduta, non basta avere la targa fuori dallo studio, le persone devono capire che possono affidarsi a noi. “Hey, sono uno psicologo? Non ti basta?” ha solo una risposta “NO! Non basta”. Che tipo di professionista vogliamo essere? E perchè dovrebbero scegliere noi nell’oceano di professionisti che sono presenti ovunque? Primo, dovremmo avere idee chiare di come vogliamo lavorare e di cosa possiamo offrire. Secondo è bene conoscere il posto dove stiamo andando a proporci, la loro mission, il loro modo di lavorare. Se un progetto per la scuola devo sapere almeno se pubblica, privata, media, elementare, se ha fatto progetti prima o è la prima volta ecc ecc…
COSA FA RORY GILMORE – Rimasta senza soldi, senza lavoro, senza idee, finisce per accettare un lavoro che neppure le interessa tanto, agendo di impulso, senza un piano. Fa una telefonata da ragazzina agitata a chi glielo ha proposto e, pur di sentire che sta lavorando, accetta di farlo gratis. Non contenta, tornata nel suo piccolo paese, accetta di dirigere la gazzetta locale, per nostalgia, per amore ma ancora senza un piano editoriale vero e senza esser pagata, gratis. Il che è già di per sé un ossimoro, il lavoro è pagato.
E INVECE? Perdere tempo ed energie per portare avanti idee in un cui non crediamo, regalando la nostra competenza? NO. Il lavoro GRATIS fa male alla categoria in genere e alla nostra professionalità nello specifico. Specie se non siamo noi a decidere. Se invece siamo noi a voler offrire qualcosa di nostro, che ci piace e in cui crediamo, possiamo decidere di provare la strada del gratuito per farci conoscere, inserendo la voce in un piano di marketing più ampio e ben congegnato. Altrimenti una passeggiata, gratis, per schiarirci le idee potrebbe risultare più stimolante e utile.
COSA FA RORY GILMORE – Lavora su un progetto senza la minima passione. Si addormenta mentre intervista una fonte per l’articolo che dovrebbe scrivere (ma non le piace) e finisce con il fare sesso con qualcuno che avrebbe dovuto intervistare.
E INVECE? I nostri clienti, pazienti, committenti, utenti, vanno rispettati. Se ci manca la motivazione tanto da addormentarci, ma anche da manifestare comportamenti meno drastici, allora qualcosa non va. Fermiamoci, non solo a riposare, e capiamo cosa. Non mi dilungo neppure sull’argomento sesso, elemento che, nella sua fisicità, deve restare fuori dalla terapia, anche se naturalmente capita possa entravi come idea, emozione e in quel caso può essere necessario discuterne in supervisione e farne, se possibile, un argomento di approfondimento utile per il percorso stesso (e la propria conoscenza di professionista). Ma anche se non stiamo occupandoci di clinica, se stiamo lavorando in una azienda, associazione, ente ecc. facciamo attenzione a che tipo di comportamento abbiamo. Anche un solo psicologo nella società rappresenta sempre la categoria e ha una sua responsabilità sociale ed etica molto forte. Chiaro che il discorso è diverso nel proprio intimo privato, ma se siamo in un contesto da psicologi, ebbene, facciamo attenzione.
Rory non è una psicologa. E spero scriva il libro che, a fine serie, le sta chiarendo le idee. Come molti giovani psicologi pero’ Rory, cresce in tempi difficili e la sua confusione è quella di molti altri giovani adulti che faticano a trovare il loro posto nel mondo. Gli errori sono naturali, capitano, e hanno molto da insegnare. Iniziare a lavorare non è facile, le difficoltà molte e sono poche le strade certe e i mentori disposti a dare una mano. Ma chiarezza, competenza e capacità di muoversi permettono di definirsi come professionisti e come persone. A Rory e a tutti quelli che ci provano…buona fortuna!
Sefora Pons
ok…. leggo poi perché io ho iniziato un’operazione lunghissima: rivedermi prima tutte le serie in lingua originale per poi arrivare ai 4 nuovi episodi.
mi spoileri troppe cose! 🙂