The end of the fu***ing world – serie Tv –
James – Tu dici che potrebbe esplodere?
Alyassa- Non è mica un film!
Alyssa (tra sé e sé) – Se fosse un film, probabilmente, saremmo americani.
-Attenzione: c’è un po’ di Spoiler in questo post-
Essere adolescenti fa schifo. E se non vuoi soccombere e diventare un adulto comodo e inconsapevole, devi scappare più lontano che puoi con la persona meno simile agli altri, se proprio non simile a te. La speranza? Poca e bastarda.
Se nessuno ti ascolta, se nessuno prova a capirti o ti fa sentire di non valere molto, scappa prima di dargli ragione.
La serie Netflix -The end of the f***ing world- ci dice più o meno questo. James (Alex Lawther) e Alyssa (Jessica Barden) hanno 17 anni, anche se lui è di qualche mese più grande. Sono stati abbandonati dal mondo degli adulti e fanno quello che possono per sopravvivere.
La serie, 8 brevi episodi, è tratta da un fumetto di Charles S. Forsman e ha ottenuto un enorme gradimento per il suo umorismo, il suo stile registico, merito di Jonathan Entwistle. La regia unisce momenti ironici, splatter, dark e comici, con quel sottile humour inglese che non sempre arriva subito.
Se inizi con qualche dubbio poi ti ritrovi appassionato alla fuga di questi ragazzi, che cercano di trovare un posto dove sentirsi vivi. Prima cercano il padre di lei, illudendosi possa essere una risposta, poi decidono di andare oltre, contando solo su loro stessi.
Lui, orfano di madre, suicidatasi davanti ai suoi occhi perchè tutto era un po’ troppo per lei, pensa di essere uno psicopatico. Cerca di provare emozioni friggendosi una mano, uccidendo animali e pensando a come potrebbe far fuori anche la sua compagna di scuola, Alyssa. Vive con un padre che odia, perchè ancora vivo, che non mai saputo vivere il lutto subito e fa finta che tutto vada bene.
Lei, abbandonata dal padre vive con una madre succube del nuovo marito, incapace di avvicinarla, oppressa dal nuovo compagno per cui ha barattato la sua libertà e la sua maternità per la primogenita, con la sicurezza di una casa ordinata e piccole feste sul giardino. E’ fatta di rabbia che sfoggia con non curanza davanti alle sue coetanee prese dai social, mentre lei è presa dalla sua voglia di andare oltre.
E' facile pensare che le persone possano essere la risposta, se non le vedi da anni. Perchè non sono reali. Le persone non sono risposte. Sono domande in più. Alyssa
I due ragazzi si trovano e decidono di scappare insieme. Una fuga tragica, piena di colpi di scena e nuove delusioni,
Gli adulti sono anime perse, nell’alcol, nella sicurezza che attutisce i sensi, nella ricerca di omologazione, nel loro dolore. E i ragazzi?
I ragazzi sembrano doversela cavare da soli e gli eroi di TEOTFW lo fanno, facendo in modo che sia il loro incontro a dargli la forza di non abbattersi.
Lentamente si salvano e diventano grandi, imparando la fiducia, quel legame magico che permette di credere di non essere soli. James e Alyssa imparano a conoscersi, si scambiano la vita, si proteggono, cercano di sollevarsi dai rispettivi sensi di colpa.
Mentre il mondo degli adulti va in malora, James e Alyssa scoprono la condivisione, lo stare insieme, decidono di amarsi. E noi, nel guardarli, cerchiamo quel battito che ci dia speranza.
Ma sono tutti da buttare questi adulti?
No. Alcuni cercano di capire. Come la poliziotta Eunice (Gemma Whelan) unica onesta – a sue spese- con loro, che ricostruisce la storia e riesce ad empatizzare con i ragazzi, riuscendo, per poco, anche a farsi ascoltare. Come la madre di lei e il padre di lui, presenti anche se nella loro incapacità di entrare in contatto con i loro figli, spaventati da quello che sono eppure presi dal tentativo di proteggerli, a modo loro, dal dolore delle loro storie. Ma di certo l’immagine nell’insieme non è consolante, genitori ciechi alle bellezze come alle bruttezze dei figli (come la madre del serial killer), uomini e donne freddi e scostanti oppure fintamente sorridenti, quasi sempre inconsapevoli.
James e Alyssa sono due giovani più adulti di molti degli adulti che incontrano o che li hanno cresciuti. Nella loro fuga dal grigiore spento delle famiglie incapaci, c’è tutta la poesia di un tentativo di avere speranza.
Man mano che la storia va avanti, proprio come in un fumetto coinvolgente, sentiamo il loro desiderio di una vita vivibile, anche se non adatta alle richieste del contesto esterno. La relazione cura i due ragazzi, presto James scoprirà di sentire emozioni e, nel contatto dell’uno con l’altro, cosa significa una persona per un’altra. E noi, davanti allo schermo, faremo un salto sulla sedia, al pensiero che non possano continuare a cercare, insieme, un posto tutto loro.
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