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Lo famo strano...il colloquio? Terapia online, la psicologia senza gambe - Pollicino era un grande
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Lo famo strano…il colloquio? Terapia online, la psicologia senza gambe

Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l’angolo.

Tim Berners-Lee

 

La Premessa

2000 “Io non lo faccio online, non mi sento, non mi sembra corretto, non è la stessa cosa” – Una psicologa

2015 “Magari ci provo…” – La stessa psicologa qualche anno dopo

Oggi lavorare anche o in modalità preponderante online è prassi normale per buona parte della categoria degli psicologi in Italia. Non sono la maggioranza ma sono sempre di più.

Colleghe e colleghi professionali, seri, competenti e capaci come quando lavorano nel loro studio privato. Solo senza gambe.

Anni fa sarebbe stato impensabile. Ma la tecnologia e la mobilità delle persone sul territorio mondiale ha reso non solo pensabile ma possibile la psicologia online, la consulenza fatta attraverso uno schermo, grazie a programmi di video chiamata o video conferenza come Skype o Zoom. Man mano che questa idea si è fatta strada si sono sistemati gli strumenti e si è cominciato a creare uno spazio possibile per migliorare la qualità degli interventi. Nascono APP dedicate, si cerca di rendere più performanti strumenti già presenti, si lavora per rendere la qualità degli interventi migliore. Sempre.

Inizialmente sospettosi, i colleghi si sono resi più competenti, apprendendo come gestire gli apparati tecnologici preposti, si è pensato a come fare entrare l’online nel nostro codice deontologico e, oggi, il primo articolo dello stesso parla chiaramente degli incontri in cui lo psicologo non è in carne e ossa con il cliente, dando alla consulenza online la medesima importanza e necessità di tutela per le persone degli incontri che avvengono negli studi privati.

Oggi tutti possono cercare un terapeuta online. Chi si deve trasferire per un periodo o vive fuori dal suo territorio, chi per problemi di salute non può muoversi, chi vive all’estero e ha bisogno di comunicare nella propria lingua.

Il mondo si muove online.  E si muove parecchio. Che lo si voglia o no. Soprattutto i giovani avranno occasione di spostarsi più volte nel corso della loro vita, la carriera di molti sarà fatta di spostamenti e possono avere la necessità di affrontare un momento, focalizzare una situazione, raccontare le loro emozioni a qualcuno che parli la loro lingua e sia immerso nella loro cultura. Motivo per cui è più facile cercare aiuto e sostegno online.

La verità è che ci sono studi che dimostrano che le persone sono soddisfatte in maniera molto simile negli incontri faccia a faccia come nelle consulenze online anche se il livello di soddisfazione cambia sempre anno in anno, man mano che la tecnologia entra nella nostra quotidianità. Un ruolo importante lo giocano, come sempre, le aspettative riguardo l’intervento psicologico online. Aspettative che vanno messe in chiaro quando si inizia a fare, o a ricercare, counseling online.

Certamente, non è difficile pensare che, per chi è ancora uno stigma sociale andare dallo psicologo, l’utilizzo della tecnologia può aiutare a chiedere aiuto senza sentirsi giudicato, per passare magari poi ad una diversa modalità, in presenza. Un po’ come capita sovente di entrare in contatto con persone che cercano aiuto attraverso email o chat. Il bisogno esiste, solo deve trovare il modo e il canale giusto per manifestarsi.

E i modi sono diversi. Online possiamo iniziare un botta e risposta con un professionista, interagendo negli appositi forum o siti di psicologia, si tratta quindi di chat protette. Chiaramente se non abbiamo bisogno solo di un veloce consiglio, è bene cercare uno spazio maggiormente dedicato, scegliendo di intraprendere un percorso di consulenza online o di terapia online o e-terapia.

Possiamo affidarci ad uno dei molti siti nati con personale abilitato formato adeguatamente o scegliere direttamente il professionista che vogliamo ed inviargli una richiesta.

COME SI LAVORA ONLINE (per psicolog*)

Se lavoriamo online avremo la mediazione tecnologica, utilizzando un medium – pc, web cam, tablet – la prima cosa è essere consapevoli di cosa significhi comunicare attraverso questo mezzo per noi. Certamente vengono abbattute delle barriere in questo caso, rispetto alle distanze ma anche a certe difficoltà personali. Per molti uscire per andare dalla psicologa è già terapia.

La relazione terapeutica deve costruirsi tenendo conto di spazio, tipo di domanda raccolta, nostre modalità di lavoro. Nel costruire il proprio modo di fare Consulenza (Counseling psicologico) sarà necessario chiarirsi le idee su come tutelare la privacy, dal momento che i dati online mostrano delle fragilità in più, se ci fossero interessati a ottenere informazioni contenute nei computer e nelle e-mail. Ma questa è una accortezza che oggi tutta la comunità professionale deve avere chiaro. Sono pochi gli psicologi che oggi non debbano prima o poi inviare dati online.

Fare consulenza online deve però poter garantire la stessa tutela e la stessa accoglienza di un appuntamento in studio.

Quindi, il/la professionista deve poter garantire uno spazio decoroso e dignitoso. Non è accogliente far partire una consulenza con lo sfondo di stanza poco adatte all’obiettivo, vanno di certo evitate cucine e affini, bene il salotto di casa se proprio non vogliamo andare in studio quel giorno, ma devono essere garantite le basi. Privacy e rispetto. Lo spazio fisico che dedichiamo alle consulenze online deve essere capace di far star bene le persone anche a distanza. Allo stesso tempo, è bene fare attenzione che sia possibile verificare l’identità della persona che ci contatta. Perchè il rispetto nella relazione deve essere, anche in questi casi, reciproco.

Eticità innanzitutto, perché se il contesto è diverso la serietà che si offre e si deve pretendere deve essere la medesima

Certamente dobbiamo saper utilizzare gli strumenti del caso. Personalizzare in maniera professionale i profili utilizzati per fare consulenza online. A partire dalla foto di Skype per esempio. Certamente nel percorso online assume un ruolo importante anche la email che serve in primis per acquisire i vari consensi necessari per iniziare il percorso e per inviare poi le fatture del caso.

La legge morale è dentro di noi, ma anche nei nostri apparati. Bruno Latour - Morality and Technology

 

Certo ci sono alcuni dati da valutare, pericoli e insidie sono comunque dietro l’angolo ma basta riflettere e informarsi prima di iniziare ed è possibile offrire un servizio competente e ben fatto.

 

Chiaramente dobbiamo fare i conti con il fatto che manca il corpo, e che se non siamo bravi a mantenere il contesto, la cornice professionale, è facile la scivolata sul personale, trasformando la consulenza in una chiacchierata. Ma sono tutti aspetti che ogni psicologo di pone prima di iniziare a lavorare.

 

Per molti ma non per tutt*. Quando è preferibile non fare consulenza online?

Ci sono situazioni in cui però è preferibile evitare di prendere in carico persone che richiedano trattamento online. Quando? In particolar modo se parliamo di disturbi importanti dal punto di vista psichiatrico, che faticano a restare in contatto con la realtà, persone che magari chiamano perchè stanno pensando al suicidio o vittime di traumi e abusi gravi   (Australian Psychological Society, 2004). Ci sono anche casi in cui, in assenza di motivazioni specifiche, si richiede una terapia online ma sarebbe più indicato recarsi di persona. Sarà bene che sia lo stesso professionista, in quei casi, a comprendere se non sia preferibile accompagnare la persona ad entrare fisicamente in uno studio.

COME CERCO UN PROFESSIONISTA ONLINE (per chi ne ha bisogno)

Prima di tutto chiediamoci come ci sentiamo rispetto al non avere davanti una persona ma la sua immagine o nel caso delle chat e delle email, neppure quella. Se non sia meglio andare in uno studio. Quando abbiamo deciso, allora cerchiamo il terapeuta più adatto al bisogno.

Non basta che lavorino online. Devono essere preparati per accogliere la nostra domanda.

Quando chiedere aiuto? Nelle stesse circostanze per cui si chiederebbe una consulenza in studio, quando si ha necessità di chiarirsi le idee, di avere sostegno, di iniziare un percorso personale.

Per chi ha bisogno di aiuto online, il bacino di terapeuti psicologi da cui tirare fuori il nome giusto è immenso e abbraccia tutto il mondo. Quindi cerchiamo bene chi fa al caso nostro.

Anche se si tratta di una consulenza, è bene capire se la persona che stiamo per contattare abbia competenza sul tema e che sia riconosciuta nel suo mestiere, in primo luogo che sia comunque iscritta all’albo nazionale degli psicologi, perchè la  serietà dell’intervento è e deve essere la medesima.

Ma in fondo, indipendentemente dallo strumento, è sempre la relazione che deve funzionare per aiutare, anche a distanza.

Lontani dalla paura della freddezza della consulenza senza gambe, lavorando via skype o altro, si riesce comunque ad entrare in contatto con le persone, sorridere insieme, cercare di trovare le soluzioni migliori alle difficoltà della vita.

Certamente con dei distinguo, ma la consulenza online può essere una soluzione e un aiuto concreto a chi non può suonare il citofono di uno studio di psicologia.

 


Pollicino: Chi ha bisogno ma non riesce  ad entrare in uno studio di psicologia

L’Orco : La paura delle nuove tecnologie

L’arma segreta : Informarsi per riuscire ad offrire e a godere di un buon incontro di consulenza online

Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

2 Commenti
  • Francesco

    L’articolo è molto esauriente e fornisce molti spunti di riflessione, anche sul fatto che non possiamo ignorare gli sviluppi della società ed arroccarsi nelle torri d’avorio. Dal mio punto di vista e per la mia esperienza personale e professionale troverei difficile svolgere un percorso di psicoterapia completamente online, mentre per delle sedute di consulenza non vedo alcun impedimento. A me capita di svolgere sedute via Skype, ma solo con persone che sono già all’interno di un percorso di psicoterapia e con le quali ho già una relazione strutturata. L’interscambio è soddisfacente e le sedute online sono principalmente un modo per non interrompere la relazione terapeutica. Ho notato che si veicolano benissimo contenuti e interpretazioni, ma è più difficile lavorare con le emozioni transferali e controtranferali (sono psicoanalista). Le persone piangono o si angosciano molto meno via Skype, sono più su un livello di coscienza, senza escludere ovviamente che in questo processo sia coinvolto io stesso.

    10 Aprile 2018 at 11:03
    • Marzia Cikada

      Grazie del commento ricco di spunti Francesco. Mi trovi concorde su diversi passaggi. Io faccio fare molti esercizi ed esperimenti in seduta e non smetto mai di cercare il modo migliore per inserirle in qualche modo nella pratica online. Ma se è vero che all’inizio si è forse più difesi, questo cambia molto con il tempo. Credo che dipenda anche dall’età delle persone. I ragazzi più giovani, ormai, nascono e crescono interfacciandosi con lo schermo e questo li fa sentire spesso più spontanei che in seduta de visu accovacciati nelle mie poltrone. Ancora grazie e buon lavoro collega!

      12 Aprile 2018 at 6:34