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Perchè non l* mollo se non stiamo più bene? Lasciarsi. - Pollicino era un grande
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Perchè non l* mollo se non stiamo più bene? Lasciarsi.

Ciò che non si può trasformare in qualcosa di meraviglioso, bisogna lasciarlo andare.
Anaïs Nin

Ci sono amori che finiscono ma non si lasciano.

Molte storie vanno avanti senza che la coppia investa più nella relazione. La coppia si sfalda, ci si sente dentro la solitudine, talvolta persino il rancore e la rabbia. Eppure, non ci si lascia. Non se ne parla neppure, anche se si vorrebbe. Non ci lascia, restando in un rapporto doloroso. Perchè?

Le ragioni sono tante. Lasciarsi è doloroso, faticoso, un cambiamento che coinvolge tutta la nostra vita per come abbiamo imparato a viverla, le relazioni intorno a noi, i rapporti nel gruppo degli amici, in famiglia. La nostra immagine in società.

Ma fa bene non volersi più bene ma restare insieme? No. Se un amore si può salvare, facciamolo. Ma se non è possibile, non è meglio provare a darsi una nuova possibilità di felicità?

Non sempre è facile. Anzi non lo è mai. Ci vuole tempo ed energie. Perché in una coppia ci sono dentro parti delle singole persone ma anche le loro emozioni e paure. Valutiamo alcuni dei motivi per cui le persone non riescono a mollare la presa anche quando stanno male in un legame.

In questo momento storico, poi!! Nell’epoca del Covid e della pandemia, le paure da aggiungere che non permettono alle coppie di lasciarsi aumentano. La solitudine delle continue restrizioni appare ancora più feroce se si pensa di viverla senza nessuno accanto, non è possibile uscire con una amica o un amico e parlarne, non è facile incontrare persone nuove. Anche un rapporto arido e senza più molto da dirsi, lenisce la paura di affrontare tutto quello che sta accadendo nel mondo sol*. La paura del contagio ci limita nelle relazioni, insieme alle regole. Avere accanto qualcuno, anche solo per occupare il divano davanti alla TV, con cui farsi forza, con cui affrontare la malattia di una persona cara, diventa una risorsa a cui non si vuole rinunciare. Anche se le relazioni, affaticate dall’isolamento e dal distanziamento sociale, più facilmente si trasformano in negativo. Maltrattamenti, violenze, parole dure, è più facile che arrivino nelle coppie non in equilibrio, dove le emozioni si fanno pesanti e gesti di insofferenza, rimproveri, accuse, ricatti emotivi e aggressività possono pericolosamente entrare in gioco. Non è questo il posto dove se ne parlerà, eppure dobbiamo sapere che le persone, le donne specialmente, sono più in pericolo in questo periodo di pandemia.

Ma torniamo a situazioni di sofferenza, ma non di violenza fisica o psicologica. Alle coppie che non stanno bene insieme, che sono in crisi da mesi, anni e non si lasciano. A seguire vi indico alcuni pensieri ricorrenti nelle persone che non riescono a lasciare e interrompere la relazione che stano vivendo anche in assenza, di un sentimento forte o della voglia di rilanciare il patto comune della coppia.

Foto di C Technical da Pexels

“E poi come faccio da sol*?” Paura della solitudine

La paura di ricominciare senza qualcuno accanto è fondamentale per tante persone – senza distinzione di genere – che pur stando male tardano a lasciare il/la partner. Il timore è di trovarsi faccia a faccia con il dolore, ma anche il senso di fallimento, vivendo sol* con se stess* le emozioni, fortissime, di una relazione che si chiude. Storia familiare, aspettative, idea di chi si è, in questa paura ci finisce tutto ma, più fortemente, il dolore di immaginare la propria vita in solitudine, come se fosse impossibile pensare che un nuovo legame si possa creare.

“Tanto non merito di meglio” Convinzione negativa sulle proprie possibilità

Se crediamo di non valere, di non meritare nulla, se la persona con cui siamo in coppia, in qualche modo, avvalla questo sminuirci, lasciare sembra impossibile. Anche se la relazione non da nulla di buono, nessun sostegno, calore, vicinanza emotiva, anche se ci fa sentire male, non possiamo interrompere il legame. Perché non meritiamo altro che questo. Riuscire a rompere la relazione sarà un regalo ma solo il primo passo per costruire dentro una nuova sicurezza, capace di accogliere un amore nuovo, che possa far sentire all’altezza, che insegni che si vale e si merita si star bene.

Sam: “Perché io e quelli che amo scegliamo persone che ci trattano come fossimo nulla?”
Charlie: “Accettiamo l’amore che pensiamo di meritarci!”

Dal film “Noi siamo infinito”

E chi mi si piglia?” Timore di non trovare mai nessuna altra persona da amare

Sempre continuando un viaggio nella paura di non essere attraenti sessualmente, piacevoli come carattere, degni di amore e di essere amat*, il timore di non trovare nessun* lega in situazioni dolorose, che con il tempo peggiorano, disinvestendo sempre di più nel rapporto e accettando, man mano, anche provocazioni e ferite in coppia, che creano un ulteriore convinzione, sul proprio poco valore. Imparare ad amarsi, superando il trauma che ci ha portato a pensare di non poter vivere diversamente è spesso materia dei percorsi terapeutici. Riportare le persone a capire che hanno da dare, recuperare il desiderio e la voglia di mettersi in gioco, scoprendo cosa si ha da dare.

Ormai!” La coppia è comunque una zona di comfort, il mondo fuori, invece, è sconosciuto

In un mondo complicato, come dicevano in zona Covid ancora di più, la coppia che non funziona è comunque un divano comodo, che conosciamo anche nelle sue imperfezioni e, seppure dobbiamo fare fatica per starci sedut* in maniera agevole, sappiamo ormai come starci e la forma del nostro corpo, segna i cuscini. Un nuovo divano, potenzialmente migliore, ci spaventa. Il colore sarà giusto? Sarà adatto al nostro modo di sederci? Tutto quello che è nuovo, anche se promette benessere, dobbiamo metterci in condizione di accoglierlo e fargli spazio. Per questo per tante storie, meglio restare calmi ma infelici che affrontare l’ansia ma in un mondo probabilmente più colorato e positivo.

“Ma ora cambia!” Speranza che possa cambiare, senza fare niente

Molte coppie vivono nell’illusione che, facendo le stesse cose, si possano avere risultati diversi. Quindi si resta insieme anche se la storia va male, se i litigi e il conflitto aumenta con il tempo. Purtroppo anche i primi accenni di aggressività e maltrattamenti, non fanno cambiare rotta se non abbiamo abbastanza energie e fiducia nelle nostre risorse e possibilità. Quindi si spera che tutto cambi, ma non si fa nulla. Cercare sostegno in questi casi è necessario, perché vuol dire che non ce la facciamo sol*. Parlarne permette di capire la fatica e il dolore che ci sono dietro questo tipo di illusione magica. Se la coppia può cambiare è necessario lo faccia insieme, prendendosi ogni componente la sua responsabilità.

“Tanto io non…” Mancanza di fiducia nelle proprie risorse.

Non sono piacevole…una bellezza…una persona in gamba, intelligente, simpatica…e la lista aumenta. Se non scopriamo in nostri talenti, non riusciamo a pensare di poter vivere al di fuori della relazione. Fate una bella lista delle vostre qualità, se non riuscite, parlatene con qualcuno. Potete ritrovarvi ancora. Forse persino la relazione potrebbe goderne e cambiare. La bassa autostima non permette di fare scelte sempre in nostro favore e bisogna prendersene cura, se abbiamo bisogno di cambiamento.

“Non voglio ferire nessuno!” Senso di colpa. Non voler avere la responsabilità della rottura

Il peso del mondo intorno a noi, grava sulle nostre scelte. Il desiderio di non nuocere, non ferire (partner, figli, figlie, animali domestici, amici….) potrebbe essere alla lunga più deleterio di quello che crediamo. Un rapporto freddo e senza amore, senza sostegno reciproco, senza investimento di energie e sentimenti, diventa un posto freddo e doloroso che non aiuta a star bene e non fa crescere meglio che una dolorosa separazione da cui rinascere in modo migliore. Il tempo e il buon senso, insieme ad una disponibilità a costruire una buona separazione, sono spesso migliori cure che una forzata scelta di restare insieme nonostante tutto, magari con futuri rancori e continui tradimenti.

“Cosa penseranno di me?” Paura del giudizio altrui (famiglia, amicizie, società)

Il pensiero di cosa gli altri si aspettano da noi grava sulla scelta di interrompere una relazione che non funziona. “Da te non me lo sarei aspettato” è una frase che ferisce se detta da qualcun* a cui teniamo, o di cui cerchiamo approvazione e rispetto. Specie quando si tratta di genitori, andare oltre quello che loro si aspettano è faticoso, un processo di individuazione e indipendenza che potrebbe non essere terminato neppure a quaranta anni, magari vivendo in un altro Paese. Ricostruire la propria autostima, la certezza che abbiamo il diritto di essere come siamo e di scegliere in armonia con i nostri bisogni non è facile. In alcune culture familiari come in alcuni tipi di società, lasciarsi, la separazione, non sono ancora ritenuti possibili o accoglibili, specie per le persone di genere femminile. In questi casi definire una rottura è ancora più complesso e di certo non è possibile pensare di fare tutto velocemente, allo stesso tempo, tutelarsi, mettere al sicuro il proprio diritto a star bene è un percorso duro ma necessario.

“E se poi sbaglio di nuovo?” Mancanza di speranza nel domani migliore

Se imparate a volervi bene, riuscendo a recuperare fiducia nelle proprie risorse, magari rinforzando qualche rapporto familiare o di amicizia, domani non può che brillare. Forse non sarà veloce, ma la possibilità vale la pena. La speranza è una potente arma di benessere, se sostenuta da piccole, possibili, vittorie quotidiane sulla sofferenza e la convinzione di un meritare serenità e amore.

Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

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