Prisma (serie Tv, 2022)
La serie tv Prisma, non poteva avere migliore titolo (e cast migliore, ma quanto sono bravɜ!). Ludovico Bessagato, creatore di questo racconto dentro l’adolescenza, insieme con Alice Urciuolo, fa un ottimo lavoro, in un prodotto originale dopo aver detto la sua già con Skam Italia.
Prisma, illumina la bellezza e racconta il dolore, senza eccedere, dell’adolescenza. In tutte le sue sfaccettature.
Glɜ adolescentɜ di Prisma sono delicatissimɜ eppure nulla può scalfirlɜ, sono potenza e rabbia, desiderio e delicatezza. Una serie che si sente, mentre scivola e fa proprie temi necessari come identità, relazioni, confini, affetti, ricerca, esplorazione. Un mondo fluido, che accompagna a conoscere la generazione Z.
Una storia possibile e per questo più intensa
Prisma racconta le storie dei gemelli Andrea e Marco (Mattia Carrano) e delle relazioni che si stringono intorno a loro. Sono persone diverse, uno -Marco- nuotatore innamorato di Carola, l’altro – Andrea – alla scoperta della sua identità, che nell’acqua cerca sin da bambino la magia di vedersi per com’è, fluido come quel liquido che avvolge e, pericolosamente, sostiene o annega.
Le storie sanno tutte di verità, come il contesto, che si muove tra Latina e Sabaudia. Per fortuna è stato scelto uno sfondo meno patinato della solita grande città che tutto permette e tutto, sembra, facilitare. Un terreno sporco quello di Latina, dove la vita è meno brillante e se qualcuno ce la fa, tipo Tiziano Ferro, lo canti in auto anche se non ti piace la sua musica. Per ricordarti che ce la si può fare!
Prisma è primo amore, sessualità, fluidità, contatto tra mondi diversi. Ma anche la fatica di farcela, di continuare a provare quando non si capisce se ha un senso, la banalità di un certo bullismo per noia, la voglia di uscire dall’ombra, magari con una canzone e un video artigianale.
Ogni personaggio in Prisma è molto di più di quello che sceglie di far vedere.
Come Daniele (Lorenzo Zurzolo) che è quello che ci si aspetta da lui, belloccio, superficiale, spaccatutto ma ha molto di più dentro e cerca di farlo conoscere a chi sembra abbastanza lontano per potersi fidare. Perché nella distanza, ci si può far vedere anche più complessi di quello che basta a chi ti guarda da tanto vicino e pensa che ci sia un solo strato di te. Daniele si permette di uscire dal limite della propria maschera, per poi rinfilare dentro la testa e rifare come sempre, o forse no. Ce lo dirà una augurabile stagione 2.
Prisma è un mix di tenerezza, paura e coraggio che splende come un cristallo che rinfrange la luce.
Non nego che in due o tre momenti mi è mancato il fiato.
Cosa vuole una persona adolescente? Vedere ed essere vistə. Sentirsi accolta. Di cosa ha bisogno? Di sentire accoglienza, in primis dalla famiglia, che sempre spaventa tanto quando ci si deve raccontare diversamente da come ci si aspetta, dalle persone che si amano. Cosa sente? La voglia di star bene e la paura di farsi vedere davvero. Immerse in questa paura, sono molte le scene potenti. Proprio come certi racconti che arrivano in stanza di terapia quando ci si occupa di identità e di adolescenza.
Quando la Poesia incontra le Serie TV
La poesia in questa serie è un elemento fondamentale.
D’altronde, anche se in forme diverse, è sempre poesia quando si arriva a capire chi sei. Andrea ha letto il libro di poesie di Giovanna Cristina Vivinetto e le sue parole lo hanno aiutato a dare un senso alle sue sensazioni ed emozioni. La poetessa è un pregiato regalo per chi vuole trovare parole per raccontare un mondo complesso, quello transgender e non solo. Il libro nello specifico è il suo primo, Dolore minimo (2018) pubblicato dall’editore Interlinea E mi sembra il caso terminare il post riportandone un piccolo assaggio.
Ci vollero diciannove anni
per prepararsi alla rinascita,
per trasformare la distanza tra noi
in spazio vitale, il vuoto in pieno,
il dolore in malinconia – che altro
non è che amore imperfetto. Aspettammo
i nostri corpi come si aspetta
la primavera: chiusi nell’ansia
della corteccia. Capimmo così
che se la prima nascita era tutta
casualità, biologia, incertezza – l’altra,
questa, fu scelta, fu attesa, fu penitenza:
fu esporsi al mondo per abolirlo,
pazientemente riabilitarlo.