Reflect – Studi Walt Disney Animation (2022)
Corpi che danzano e grassofobia.
Reflect lo trovi su Disney Plus, un corto che trovi nella seconda stagione della serie di film sperimentali di Disney Short Circuit.
Il corto Reflect, viene presentato dalla sua regista, Hillary Bradfield, che spiega cosa voleva realizzare, proprio prima del corto. La storia racconta di una ballerina grassa. La stessa regista presenta il corto – davvero pochi minuti – raccontando il suo intento di creare qualcosa che parlasse di body positivity.
“A volte” dice ” si attraversa il buio per arrivare nel posto giusto e ciò rende quel posto ancora più bello“.
Come la protagonista del corto che, prima piena di vitalità, si spegne in po’ quando è costretta a confrontarsi con altri corpi, chiaramente magri. E viene ammonita dalla sua insegnante a tenere “la pancia in dentro”.
Di colpo, per la ballerina, il suo riflesso (appunto il titolo, Reflect, significa questo) la sua immagine, diventano angoscianti, come una prigione di riflessi in cui la ragazzina si trova incastrata. La ballerina, saprà superare il suo buio, grazie alla danza e alla sua determinazione.
Sorridendosi allo specchio e continuando a godersi il suo corpo una piroetta dopo l’altra. Una immagine che racconta il vissuto di tante persone, sicuramente qualcosa che accade spesso nel mondo della danza ma che riguarda tutti i mondi possibili.
Cosa mi piace.
Oltre al beneficio che la rappresentazione porta con sé, mi piace che si veda come le persone grasse possano essere sportive, sane, felici.
Superare la grassofobia e lo stereotipo del grasso= malato è necessario per una rappresentazione corretta. Da tanti punti di vista. Per lo più, è bene segnalare che molte persone grasse sono amanti del movimento, così come non lo sono persone magre. Solitamente, però, per loro non c’è nessun biasimo se mostrano comportamenti pigri.
Cosa mi piacerebbe di più.
Sarebbe anche meglio, uscire dall’idea che la persona grassa si debba accettare, e che questo sia sempre il suo tema. Come fosse scontato che – non avendo un corpo privilegiato – debba faticare per amarlo. Mi piacerebbe che la prossima ballerina ballasse. E basta. Che ci fossero più storie di gioia dove la persona grassa non debba avere come unica caratterizzazione, il suo corpo.
Storie dove la persona viene vista per la sua personalità, dove il corpo è sfondo, caso mai possibile fonte di piacere ma non unica caratteristica. Sono pochi questi personaggi, a suo modo, mi viene in mente, su due piedi, la Hannah Horvath della serie tv Girls ( scritta e interpretata da Lena Dunham). Ritratto di donna che ho amato molto.
Ma, intanto, è bene ci sia anche questo corto. Ed è bene dargli spazio.
Anche solo per ricordare, a chi dice che fare un corto con protagonista una persona con il corpo grasso possa spingere le persone ad essere grasse, una grande verità. Cioè, che, dare visibilità a tutti i corpi, fa solo sentire le persone rappresentate e visibili.
Rappresentare, valida, conferma, rende possibile.
Quando usciamo dalle solite narrative per raccontare altro, è come se dicessimo “Ti vedo! Ci sei. Sei ok”. Per molte persone non vedersi mai raccontate pone delle domande spiacevoli, che si possono accompagnare con la vergogna e il senso di inferiorità.
Come è accaduto per le critiche alla nuova Sirenetta, colpevole di non essere bianca, anche per Reflect il chiacchiericcio ci dimostra solo come sia difficile costruire una cultura che sia davvero di tuttɜ le persone e di tutti i corpi.