Oggi il tuo lavoro è molto definito, come sei entrata nel mondo dell’Alzheimer?
Mi sono avvicinata al mondo dell’Alzheimer, come spesso capita, per problemi familiari: il mio nonno paterno è mancato con questa patologia. Ricordo ancora i leitmotiv dei suoi discorsi, dai partigiani al grande Torino. Approfondire una tematica vicina è stato doppiamente motivante.
La tesi di Laurea magistrale, non a caso, è stata dedicata a questa patologia con il titolo “La demenza di tipo Alzheimer: un esempio di sviluppo atipico”. Ho cercato di spiegare come il concetto di “sviluppo” non si riferisce esclusivamente all’aumento di capacità, competenze, ruoli e relazioni caratteristico di bambini, adolescenti e adulti, ma che può essere utilizzato anche in relazione agli anziani. In questo caso, parlare di sviluppo “atipico” punta i riflettori su un percorso che segue un andamento del tutto opposto a quello sopra delineato, dovuto ad un deterioramento cognitivo graduale, irreversibile ed invalidante che arriva a compromettere la vita sociale, lavorativa e familiare.
Nonostante, ad oggi, ci siano molti studi e ricerche inerenti all’Alzheimer, la conoscenza della patologia rimane ancorata a stereotipi sociali. Per questi motivi, da anni sentivo l’esigenza di creare un evento per sensibilizzare alla problematica ma, a fronte della difficoltà di creare rete con colleghi e/o professionisti interessati all’argomento, quest’anno ho colto l’opportunità della tesina del Master per creare un mio progetto in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer che verrà celebrata il 21 settembre 2018.

Come darai il tuo contributo a questa iniziativa?
L’idea iniziale era quella di sottoporre test di screening gratuiti ma, a seguito di una discussione con il mio compagno il quale pensava che preparassi un convegno (da sola?? SIGH!), ho deciso di avviare un sondaggio su un campione di 100 persone, in modo che fosse il più possibile rappresentativo della popolazione di riferimento. Quando si dice:“Dal caos nasce una stella!..”. Ho chiesto, pertanto, di esprimere la preferenza tra: 1) test di screening 2) convegno 3) consulenza psicologica.
La maggior parte delle persone ha scelto quest’ultima sottolineando il timore indotto dai test e dal sapere di essere esposti al rischio di AD.
Quindi ho deciso che il mio contributo sarebbe stato offrire una consulenza psicologica.
Creato il progetto, l’ho proposto ai Comuni del territorio monferrino, riscontrando l’interesse e l’entusiasmo da parte di Sindaci e Giunte di: Trino V.se, Casale M.to, Rosignano M.to, Olivola e Gabiano. I paesi e le città coinvolte sono volutamente distanti tra loro in modo da coprire, per quanto possibile, la zona interessata dando a più persone possibili l’occasione di aderire al progetto scegliendo comodamente la sede più comoda.
Si tratta di incontri di consulenza psicologica gratuiti inerenti all’AD della durata di 30 minuti: uno spazio protetto in cui porre domande, esternare dubbi, vissuti ed emozioni inerenti alla patologia.
E’ stato organizzato un evento, Chiacchiere di Memoria, potete trovare qualche informazione sulla mia pagina Facebook. Ci sono tutte le informazioni per prenotarsi e aderire alla iniziativa. Dal lunedì 17/09 al Venerdì, in spazi diversi sul territorio, sarò presente per rispondere a a tutte le domande, ai dubbi sulla patologia, ma anche ad accogliere i vissuti delle persone, che troppo spesso di sentono sole con la malattia.
Sarò a Olivola (AL), Trino ((VC), Rosignano M.to (AL), Gabiano (AL) e Casale M.to (AL)

Ma passiamo alle domande di rito. nella tua esperienza professionale, chi o cosa senti più vicino a Pollicino?
Forse la risposta è un po’ scontata ma penso che Pollicino sia ognuno di noi calato nella propria quotidianità. Le fragilità insite nella nostra società sono le prime a metterci alla prova tutti i giorni, chiedendo di adattarci a lavori anche non consoni ai nostri titoli di studio o inducendo molti “cervelli” all’espatrio. Senza contare le problematiche familiari, relazionali, lavorative… Tutte dinamiche che alimentano quello che chiamo “traffico di pensieri”!
24 ore sono davvero poche per contemplarli ed affrontarli tutti con resilienza!
Quale orco combatti? Quale arma segreta hai dalla tua?
L’orco contro il quale combatto è, indubbiamente, l’indipendenza economica: la ricerca di un lavoro stabile e sicuro, che consenta l’iscrizione alla scuola di psicoterapia ed il coronamento del sogno “tipico” di una Psicologa: quello di avviare uno studio privato, ovviamente con uno spazio dedicato all’Alzheimer. Il “me-Pollicino” ha ancora molta strada da percorrere ma è motivato a raggiungere l’ambito traguardo che riassumo con il motto:“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita!”.