Con chi parliamo oggi? Oggi Pollicino ha incontrata
Cristina Portolano . Cristina è nata a Napoli nel 1986 e di lavoro disegna storie a fumetti. Non solo. E’ illustratrice e ha collaborato con le sue illustrazioni ai due volumi di
“Storie della buonanotte per bambine ribelli” (
Good Night Stories for Rebel Girls) edito in Italia da Mondadori. Non solo, sempre le sue creazioni le trovate per Einaudi EL, Linus, Internazionale, Il Sole 24 ORE, Lo straniero, Illustratore Italiano, Hamelin, Soccer Illustrated, Illywords, Napoli Monitor, e vari collettivi di autoproduzione (Ernest virgola, Delebile, Teiera, Squame).

Ma Cristina insegna anche, a volte, educazione artistica alle scuole medie, nonché potete trovarla che tiene laboratori di fumetto e arte murale.Come è diventata quello che è oggi? Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna e l’ École nationale Supérieure des Arts Décoratif (EnsAD) di Parigi. Nonché ci mette tanta passione in quello che fa. Due anni fa ha realizzato il suo primo libro
QUASI SIGNORINA (Topipittori, 2016). Una storia tutta speciale di come si cresce, che danza tra i fumetti, il disegno, un fratello grande, Maradona e la Barbie. Un libro che ci racconta come sia possibile avere e curare una propria idea personale della vita, anche quando significa scontrarsi con pregiudizi e stereotipi su come deve essere una bambina e con certe idee degli adulti.
Pollicino l’ha incontrata, chiaramente online, per parlare con lei del suo secondo libro
NON SO CHI SEI (Rizzoli Lizard, 2017). Si tratta della storia una giovane donna e delle sue relazioni sessuali nate da incontri legati alle app come
Tinder, OkCupid, Grind. Certo, si parla di
sesso, vedendo nella capacità di capire il proprio corpo e nella serenità con cui possiamo gestire anche relazioni leggere, uno strumento per conoscerci, lontano dalle ipocrisie e dai sensi di colpa a cui molto spesso la cultura ci abitua. Le app diventano uno strumento per rispondere ad un bisogno che non è solo legato al piacere e alla
soddisfazione sessuale ma anche al contatto con se stesse. Cristina, attraverso le avventure di una donna senza nome, in cui è quindi facile rispecchiare una parte di noi, ci racconta
la solitudine nell’epoca in cui è più facile avere una relazione, anche se breve. Ma non solo, nel libro incontriamo la possibilità di imparare chi siamo attraverso quella che non è più una
“folle novità moderna” ma la
normalità quotidiana per i milioni di persone che si rapportano agli altri attraverso le app. Con tutta una serie di aspetti peculiari.
