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Terapeuta...adesso facce ride! - Pollicino era un grande
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Terapeuta…adesso facce ride!

 
 tanti sorrisiUn sorriso può aggiungere un filo alla trama brevissima della vita.
 Laurence Sterne
Capita molto spesso, alla fine di una pesante giornata, di desiderare una serata serena, magari un film leggero, una commedia di quelle che ci si ride sopra e non si pensa più. Il riso diventa una possibilità di mettere da parte la sofferenza e la fatica, un momento positivo e di relax per la mente e il corpo dove la mente possa restare il più a lungo sgombro di pensieri.
D’altro canto, ogni qual volta ci si accinge a fare qualcosa di importante, un esame, un incontro di lavoro, una seduta con il terapeuta ecco che l’ultima cosa che ci viene in mente è che ci sia posto per il sorriso, per una risata, al contrario, il pianto, la serietà diventano unici pensabili. “La seduta ha funzionato, ho pianto tanto”.
Ora. Ci sono momenti in cui non è possibile stare leggeri senza prima entrare in contatto con fardelli pesanti. Il dolore, un segreto, un blocco nella nostra normale crescita, un lutto. Non sembrerebbe serio affrontare temi tanto pesanti con un atteggiamento leggero, portato al sorriso. Eppure, un piccolo folletto dentro di me mi ripete senza sosta e con voce stridula ” E chi lo ha detto?” Tanto che infine mi viene da pensare che forse ha ragione. Chi ho ha detto?
Usciamo un attimo dalla stanza di terapia e facciamo due passi per strada.
Nella vita di tutti i giorni, ricerche, articoli, imminenti studiosi sono arrivati alla conclusione che ridere fa davvero buon sangue come dicevano i nonni  di una volta. Il buonsenso, a volte semplice ma efficace alleato per una vita piacevole, ci suggerisce di vivere nel presente, senza preoccupazioni che ci devastino, senza ripensamenti continui, sempre disposti a farsi una risata su a lasciarsi prendere dalla fantasia, inventando una vita che sia ogni giorno pronta a farsi due risate.
Quindi il buonsenso ci insegna a sorridere, a vedere il lato divertente della vita, diverso appunto e per questo in grado di farci fare il salto di livello necessario per fare della ginnastica con i muscoli della bocca, quelli che ce la fanno aprire per farne uscire un allegro suono. Il caro “Ah!Ah!Ah!” ormai più presente nelle chat che nelle conversazioni vis à vis.
C’è arrivata persino la MEDICINA. Una risata fa bene. Aiuta a combattere i momenti neri, quelli che sembra che non si riesca più a reagire, quelli  che ci si sente soli e terribilmente abbandonati. Ridere, infatti, è una reazione ad uno stimolo il più delle volte in arrivo dall’esterno. Tu fai una boccaccia, io rido. Tu racconti una barzelletta, io rido. Quando ridiamo tutto il corpo esplode in miriadi di piccole reazioni, fisiche e non.  Tutto viene in pochi secondi stimolato e messo in azione. Il sangue si arricchisce di ossigeno, aumenta la produzione di endorfine, di anticorpi, di serotonina, aumenta anche il sangue che arriva agli organi interni, all’epidermide, ai muscoli sul nostro viso. E queste sono solo le reazioni del nostro corpo. Perchè invece, il concedersi una bella risata aumenta un sentimento di se positivo, l’autostima, il livello di energia si innalza, come per una qualche pozione magica bevuta quando il livello “Life” del vostro personaggio nel VideoGioco è pressoché alla frutta.  Come una piccola magia il morale migliora, l’ansia scende, lo stress di neutralizza e ci viene voglia di farlo ancora. Prima lo diceva un gruppo esiguo di professionisti, tra cui il medico statunitense Dott. Patch Adams conosciuto per il film che ne hanno tratto qualche anno fa, ma ora mai lo dicono in molti e la terapia della risata si fa strada. In Italia abbiamo per esempio un allievo di Adams, si chiama Dott. Franco Scirpo  è Psicologo, Psicoterapeuta e conosce molto bene la  Clownterapia, cercando di far conoscere  il potere taumaturgico della risata, il potere guaritore del sorriso che cura le ferite peggiori, quelle che non si possono rimuovere chirurgicamente. Su questo potere uno dei libri che passano velocemente di  sorriso in sorriso  è quello di Norman Cousins,  psicologo, pacifista, salvato dal sorriso morto nel 1990. Nel suo libro “La volontà di guarire.  Anatomia di una malattia” spiega proprio come si sia curato  dai suoi problemi di cuore ridendo di cuore, scusate il gioco di parole.
Ma avevano iniziato a parlare di TERAPIA. Entriamo di nuovo in quella stanza.  Perchè alla domanda che mi sono fatta inizialmente credo di poter rispondere con un sorriso. Il potere della comunicazione sappiamo essere fondamentale anche per l’alleanza che si crea tra terapeuta e paziente. Personalmente ritengo che sia possibile, se utilizzata con parsimonia e nel giusto contesto, trasformare la risata in un importante arma di trasformazione.  Se solo pensiamo al depresso e alle sue difficoltà a sorridere, non sarà un primo cambiamento di registro vedere l’accenno di un sorriso sul suo volto ( e poi sulla sua storia)? Insegnare che si può cambiare anche nella leggerezza e un poco di sano umorismo permette di migliorare il livello di complicità con la persona che abbiamo di fronte e in un secondo momento, aumenta come si presenta nel suo essere nel mondo e la sua autostima. Spesso una battuta sottolinea più di un serio grigiore un affermazione importante, provocando dei primordi di cambiamento.
Sul tema, interessante l’opinione che se ne trae dalla lettura del libro di Danilo Solfaroli Camillocci e Monica Vella dal titolo “ Ridere, ridere, ridere ancora” racconta proprio il potere del ridere e come questo possa essere di aiuto anche in terapia, specie nel definire alcune problematiche della famiglia che non funziona troppo bene. Partendo anche dal diverso modo in cui il riso è stato interpretato e inteso nei secoli, gli autori definiscono come una famiglia funzionale, che sta bene in salute, è capace di ridere. E’ flessibile, giocosa, rinforza attraverso il riso i legami che la compongono e rendono forte, sa utilizzare il riso per smorzare sentimenti eccessivi, creare alleanza, trasferire tra i soggetti empatica come tristezza, sa trasformarsi in pianto e accoglienza. Secondo Solfaroli Camilocci e Vella esiste in certe famiglie la vera e propria figura del “Clown familiare” che diventa il portatore del bisogno di cambiamento. Nella famiglia sana sono tutti clown mentre nella famiglia disfunzionale la rigidità del ruolo imprigiona una persona sola.
Ecco che il riso entra anche in Terapia, come alleato che sottolinea e permette di esprimere sentimenti non detti dalla famiglia, rendendo più forte il NOI che soffre e rende più visibile l’eventuale disagio. Poter utilizzare uno strumento come il riso in terapia permette di creare empatia e di dare quel senso di leggerezza che aiuta a sviluppare una armonia dentro la quale sia maggiormente possibile incontrarsi. Tra l’altro è stato reso pubblico anche da ricerche finlandesi come esista una relazione stretta tra durata della vita e l’utilizzo di un pensiero positivo, creativo, perchè no, allegro.

Sorridere

Imparare di nuovo a ridere è per molti un obiettivo di cui non si accorgono neppure, ma che una volta raggiunto permette di cambiare il modo in cui si osserva il mondo e di conseguenza il modo in un ci si mette dentro. Persino un personaggio non di certo clownesco come Giacomo Leopardi diceva che “Chi sa ridere è padrone del mondo.”
Una volta scoperto il potere del ridere, la perdita di vitalità che c’è in un atteggiamento di serietà continuativa, ecco che potremmo poi dedicarci a capire cosa fa meglio ridere secondo la nostra personalità, se la barzelletta o le sottigliezze, se Woody Allen o programmi come lo Zelig, che da Allen ha preso il nome di battesimo*.
Un testo della Francescato di alcuni anni fa, Ridere E’ una cosa seria” offriva una carrellata di tipologie di umorismo differente a seconda dell’indole del soggetto, se fobico, uomo, donna, giovane, anziano.
Insomma, se come diceva lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij  “Si conosce un uomo dal modo in cui ride.”  è anche vero che possiamo capire molto dal modo in cui individui o intere famiglie si negano una sana risata. E forse possiamo anche trovare come, tutti insieme, riderci su.
Pollicino:  Il Piccolo Comico in noi
 
L’Orco :  Una serietà senza schegge
 
L’arma segreta : La risata
*Zelig è infatti un film di Woody Allen del 1983, peraltro parecchio divertente.
Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

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