2012 Invecchiamento Attivo
Invecchiare è adattarsi a nuove situazioni, interne ed esterne. E’ vivere delle trasformazioni a tutti i livelli, cambiamenti nel proprio ruolo sociale, familiare, politico. Dedichiamo il giusto tempo a fantasticare la nostra vecchiaia, come facevamo da ragazzi a sognare l’età adulta. La sfida è altrettanto stimolante, benchè certamente ben diversa.
Eppure si fa fatica a dare spazio alla vecchiaia. Per fortuna qualche film se ne occupa, come nel recente e godibile Marigold Hotel, dove un gruppo di anziani in vacanza avrà modo di affrontare temi importanti per le loro vite, qualche libro si trova, qualcuno ne parla. Perchè la vecchiaia è un fatto anche culturale e la cultura si costruisce. Non basta una buona dieta e del movimento ( elementi per altro imprescindibili per un sano invecchiamento e per salvaguardare il benessere del nostro cervello), ci vuole una nuova visione di questo ricco momento del ciclo vitale di ognuno.
Diventare vecchi sembra per molti una condanna ad essere insoddisfatti, infelici. Eppure gli anziani che vivono la loro età pienamente, sono meno arrabbiati, meno preoccupati, danno importanza ai ricordi positivi, riescono a trasformare la loro vita in un piacevole modo di stare al mondo nonostante le difficoltà presenti. Non per niente, aver vissuto aiuta a capire come sia possibile raggiungere uno stato di soddisfatto benessere, lontani dai dubbi che arrovellano il cervello dei giovani, gli anziani sanno cosa li rende sereni, hanno tutte le carte in regola per godersi la vita. Non a caso l’arguto Mark Twain scrisse una volta ”La vita sarebbe infinitamente più felice se potessimo nascere già ottantenni e gradualmente diventare diciottenni”.
Invecchiare significa affrontare nuovi problemi, emozioni e vissuti che sono ancora più faticosi perchè mai pensati prima. La malattia, la solitudine, momenti di depressione sono spesso caratterizzanti la vecchiaia. Imparare a vedere positivamente questa fase della vita non è sempre facile, specie perchè se si è abituati a parlare delle intemperanze dei giovani, se immaginiamo la vita piena dell’età matura, raramente ci soffermiamo a pensare alla vecchiaia prima che questa bussi alla nostra porta. Riscattare le possibilità di questa età in una visione propositiva, nuova, soddisfacente nelle relazioni, nelle attività, nella qualità del tempo è possibile.
Se ne sono accorti in Europa, dichiarando il 2012, è l’Anno dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà tra le generazioni. Cioè si vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto gli anziani possono ancora dare a loro stessi e alla comunità. D’altronde, se abbiano una classe politica che gioca al futuro del paese avendo un’età cronologica di tutto rispetto, perchè i singoli cittadini dovrebbero essere da meno con il loro futuro?
Andiamo per punti. Primo. Cosa è l’invecchiamento attivo. Si intende per invecchiamento attivo, la possibilità di invecchiare in buona salute, vivendo e partecipando la vita e la società, sentendosi realizzati nelle proprie attività, svolgere una vita piena, ricca di realizzazioni, impegni, soddisfazioni. Ci sono delle potenzialità nell’essere anziani e vanno sfruttate per una migliore qualità della vita.
Invecchiamento è il normale passare del tempo che ci porta dall’essere giovani ad adulti ad anziani.
Attivo perché è il contrario di passivo, di sedersi ed aspettare, facendo solo passare il tempo, aspettando come se non ci fossero altre possibilità ( da non confondere con il bisogno di godersi il riposo che è un diritto di altro genere). Attivo significa esercitarsi a vivere in maniera tale da partecipare alla propria vecchiaia non da spettatori ma da attori in grado di esercitare i propri diritti rispetto a tutto quanto ci gravita intorno, che sia dal punto di vista economico, culturale, spirituale nel rispetto di quello che si vuole, in cui si crede, di cui si ha bisogno o che si desidera.
Le politiche per il 2012 promuovono tre settori in questa ottica. L’occupazione, la partecipazione alla vita sociale e l’autonomia.
In merito all’occupazione, è chiaro a tutti che crescendo in Europa l’aspettativa di vita, sta crescendo anche l’età pensionabile. Ricordiamo che è spesso attraverso il lavoro che ci si definisce. “Io faccio…. Io sono….” e a seguire il nostro mestiere. Io sono una sarta, una maestra, un muratore, un terapeuta, una cuoca, un impiegato. Quante volte ci si presenta con la propria professione?Quante questa ci aiuta a definirci? Se il pensionamento rende NECESSARIA una ridefinizione di se stessi, questo diventa anche spazio di sperimentazione in qualcosa di nuovo in cui quello che abbiamo imparato viene riutilizzato, reinventato in un mercato del lavoro diverso. Dare un peso alla popolazione anziana è un atto politico doveroso.
Parlando di partecipazione alla vita sociale si vuole sottolineare che andare in pensione non è automaticamente sinonimo di inattività. Gli anziani possono apportare il loro contributo in modi svariati alla comunità e non solo occupandosi dei familiari malati o facendo volontariato, ma anche creando idee produttive, essendo presenti in campi diversi.
Importante il tema dell’autonomia che vuole sottolineare la possibilità di usare risorse possibili e presenti per contrastare il peggioramento della salute. Aumentare il controllo del singolo sulla propria vita. Almeno finchè non sia realmente impossibile.
L’impegno della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si è tradotto già nel 2007, in città-esperimento nel progetto Global Age-friendly Cities. Progetti di città amiche degli anziani dove sia possibile fare ginnastica, avere spazi dedicati,mezzi di trasporto accessibili, aiuti economici, abitazioni aatte alle necessità degli anziani, progetti ad hoc. In Italia ha aderito a questo progetto di città sane Udine.
Insomma, invecchiare bene si può. Concediamocelo.
Pollicino: L’uomo che invecchia L’Orco : La solitudine, la depressione, la malattia L’arma segreta : La cura della propria autonomia, credere nelle proprie risorse