L’Abbecedario del Terapeuta – A come Allegria –
Siamo seri, per vivere bene ci vuole allegria.
Questa è una grossa realtà che dobbiamo tenere ben chiara. Se il pensiero che viene in mente pensando ad una terapia, è quello di un posto triste dove si versano tutte le proprie lacrime, ebbene, non è necessariamente così. Anzi. Chi lo ha detto che la sola via per la salute mentale sia la serietà?
L’allegria è una ottima compagnia, anche in stanza di terapia.
Non è vero che è solo tramite la tristezza, le lacrime, la sofferenza che si può raggiungere il proprio benessere. Allegria è il proprio modo, personale, di saper sorridere, di trovare colore anche nei momenti grigi, saper sorridere è una vera e propria medicina, riconosciuta fisiologicamente e dalle tante iniziative che negli ultimi decenni hanno creato un vero e proprio filone di terapia della risata. Ormai nessuno considera più folli uomini come il medico Patch Adams e i clown terapeuti che uniscono alla terapia medica un po’ di Allegria e spensieratezza. Perché l’Allegria innalza la soglia del dolore, distrae dall’evento malattia, riuscendo ad utilizzare la magia della fantasia per superare la tristezza di una lunga degenza in ospedale. La comicoterapia è importantissima specie con i bambini, in quanto riesce a trovare come, e con quale tecnica, a seconda di malattia e tipologia, si può aiutare, alimentando la loro allegria, solleticando il buon umore, riuscendo a rendere partecipi anche i genitori, che una volta alleggeriti del loro dolore sono un ottimo medicinale per i piccoli degenti.
Sono molti i testi, gli studi, gli autori che hanno studiato, si sono curati, hanno portato avanti ricerche sul potere del riso e dell’Allegria ( vedi anche altro post in questo stesso blog di pochi mesi fa), e ormai pare che anche il mondo medico si sia ammorbidito e accetti il potere rigenerante di una risata.
L’Allegria ci rende più forti e più belli.
Non solo nell’ umore, ma anche nei messaggi che lancia il nostro corpo è possibile ritrovare gli effetti benefici del sorriso. Per esempio, aumenta e migliora la circolazione sanguigna e anche il colorito della pelle. Riuscire a sorridere è chiaro segno di sensibilità e il buon rumore salva dal tedio che spegne lo spirito. Le prove scientifiche sul valore benefico dell’ Allegria son numerose, specie sui benefici che questa porta come antistress al sistema immunitario e non solo.
Se pensiamo ad autori come Anna Putton e Michela Fortugno, loro individuato tra i sette fattori della resilienza (la capacità reattiva che ci permette di superare le difficoltà quotidiane) oltre all’Introspezione, l’Indipendenza, l’Interazione, l’Iniziativa, la Creatività e la Morale, proprio l’Allegria.
In poche parole? Essere ben disposti all’Allegria, permette di allontanarsi dalla tensione, rendendo la sofferenza relativa e dando una ventata di positività agli eventi.
Allegria è una componente molto autorevole del nostro benessere. Quasi mai si sottolinea quanto si sta bene con un broncio o una lacrima, invece, l’affermazione dello star bene si accompagna sempre con un sorriso vero, raggiante che, quelli falsi o di circostanza, raramente vengono creduti. Allegria può essere tante piccole cose, la leggerezza di un gesto buffo, una risata con persone care, il giocare di un bambino con una scarpa, il frastuono di certe chiacchierate con gli amici, il rumore di un pallone in una partita di calcio fatta solo per giocare.
Scrive Paloma Gomez Borrero, giornalista spagnola, autrice del breve trattatello dal gustoso titolo di “Elogio dell’allegria” ( Edizioni Il Saggiatore)
“Ma non bisogna confondere meccanicamente l’allegria con la risata, il sorriso con la risata a crepapelle. Esiste anche infatti una straordinaria allegria silenziosa, intima o deliziosamente discreta, ma allo stesso tempo non bisogna chiudere la porta in faccia alla risata sguaiata, sincera e curativa, che fonda le sue radici nell’allegria, come torrente d’acqua chiara che ci depura un po’ dalla tristezza.”
Quindi, se l’Allegria è un ingrediente base nella ricetta personale dello star bene, come si potrebbe, in terapia, non considerarla, farle spazio, utilizzarla quando è il momento? Stimolare nelle persone anche il lato allegro, il sorriso sulle proprie inevitabili mancanze, aiuta a non prendersi sempre troppo sul serio, evitando di trasformare l’incontro terapeutico in uno spazio dove trova accoglienza solo la logica e il pensiero, semmai le emozioni della colpa e della pesantezza. Tutto sommato, come scriveva Friedrich der Grosse, Federico il Grande, re di Prussia e tutt’altro dall’aspetto del simpaticone, “tutto al mondo è follia, ma non l’allegria” e quindi va riscoperta dove dimenticata, coltivata e protetta per poter davvero prenderci cura del nostro benessere.
Ricordiamoci che si può ridere in terapia.