Wanderlust (2018)
L’opposto di solitudine non è stare insieme, È intimità.
Richard Bach, Un ponte sull’eternità, 1984
Wanderlust è la nuova serie Netflix che parla di sesso. E lo fa raccontandoci la vita di una terapeuta psicodinamica, che dopo 20 anni di matrimonio, cerca di affrontare in modo creativo la sua crisi di coppia. Joy (l’attrice Toni Colette) e il marito Alan (l’attore Steven Mackintosch), decidono di essere una coppia aperta. Iniziano con un poliziotto conosciuto mentre faceva idroterapia in piscina e una collega di Alana, Claire. Ma non saranno le uniche persone che si avvicenderanno nella storia.
20 anni di sesso e tre figli con la stessa persona possono mettere addosso noia e monotonia. La coppia Joy e Alan decidono di non arrendersi e dopo un primo momento di confusione, sembra che le cose non solo funzionino ma che il desiderio si riaccenda tra loro. Proprio grazie al sesso fatto con altri.
Intorno a loro vediamo la vita dei tre figli, anche loro alle prese con il sesso e quello che significa per ognuno di loro. Cosa succede in famiglia quando la scelta genitoriale viene comunicata? La paura dei figli è sempre quella di vedere crollare la loro base, mamma e papà, specie per il più giovane alle prese con la sua strada per l’individuazione e l’autonomia. La paura che sia una sorta di separazione, insieme allo stupore e la difficoltà di raccontarsi la propria storia anche attraverso la sessualità dei genitori. Ma la riflessione è immediata, come affrontare con i figli, specie se abbastanza grandi, la sessualità dei genitori? Dalla masturbazione alla coppia aperta? Quanti ne sarebbero capaci? Certo Joy è una terapeuta e riesce a dare ai figli il tempo per comprendere cosa provano in merito. Ma quante mamme e quanti padri saprebbero raccontarsi con così tanta serenità?
Come terapeuta poi gli spunti sono molti. A partire dalla storia che nasce tra la foglia maggiore Laura e un paziente di Joy. Come gestire una tale dinamica? Che ricadute può avere su tutti? Quali sono i limiti tra il segreto professionale e la preoccupazione materna? Un suggerimento, il primo deve vincere.
La serie britannica è sceneggiata da Nick Payne e mi è capitato di pensare ad Eyes Wide Shut (1999), ultima fatica di Stanley Kubrick che narrava ai tempi la ricerca di una coppia di nuove soluzioni per il loro matrimonio.
Un titolo che è tutto un programma, che richiama alla lussuria e alla scoperta.
Wanderlust infatti “irrefrenabile impulso verso l’ignoto” Wanderlust viene anche utilizzato come termine per definite una sindrome, quella che porta ad esplorare, andare altrove, alla ricerca di esotiche esperienze da vivere e scoperte da fare alla ricerca di un nuovo sviluppo personale. Viene anche letto in chiave di rifiuto delle convenzioni. E una coppia aperta è certamente qualcosa non vivibile serenamente da tutte le persone.
Una serie tv che nasce dal sesso ma che lo affronta con leggerezza, cercando di sorriderne e inserendo sempre più aspetti relazionali delle storie. Certo gli attori, specie i protagonisti, aiutano nel rendere credibile e non morbosa o stucchevole la storia.
Il ruolo del sesso inizialmente viene visto come staccato dalla relazione affettiva, la coppia è ancora legata ma non provano desiderio. Si annoiano. E sembra che questa sia una strada senza ritorno. Eppure man mano che i due si aprono, si sostengono in questa avventura e si raccontano, sentono di nuovo il desiderio e l’eccitazione nello stare insieme.
La complicità sembra il vero antidoto, il prendersi per mano nella difficoltà, il dialogo anche quando fa male. Almeno al’inizio.
La lotta del secolo sembra sempre più essere quella tra intimità e sesso
Tutti in questa serie hanno a che vedere con lo scontro tra intimità e sesso come azione, piacere fine a se stesso. Ma sarà presto palese la difficoltà di tenere separato il corpo dal cuore, con le naturali complicazioni del caso. Perché dopo una prima occasione, che può essere guidata dal solo desiderio di godere di una rapporto sessuale, le persone mettono in gioco altro e, non sempre ma abbastanza spesso, si crea un legame che non possiamo limitare al semplice sesso. Una conoscenza che si avvicina all’intimità, crea vincoli, connessioni e non sempre è possibile definire come mero sesso. Se ne accorge Alan per primo, che imbastisce una relazione presto più complessa con la sua amante Claire.
In un mondo dove gli adolescenti, e non solo, imparano dal web la sessualità e il porno diventa maestro di sesso, l’intimità sembra il vero tabù. La paura di scoprirsi, di farsi toccare, di diventare vulnerabili.
La serie tv presenta la difficoltà di conoscere qualcuno intimamente vs la facilità di farci sesso. Ma come in una relazione, sia più importante il primo aspetto. Non per nulla la coppia Joy e Alan, ormai senza voglia di fare sesso, non hanno intenzione di lasciarsi, perché loro amano la loro intimità. Quindi questa serie, non è un modo per vedere del soft-porn, anche se di sesso se ne fa molto. Non vuole essere un modo in più per vedere persone che fanno sesso. Ma per riflettere sul ruolo della sessualità nella nostra vita di sempre.
Wanderlust trova il suo modo per normalizzare la sessualità. I completi intimi hard, le fantasie sessuali, il desiderio mai ascoltato di esperienze omosessuali, l’eccitazione, le prime esperienze, la coppia aperta, tutto potrebbe essere facilmente condito in salsa porno, ma in questa serie se ne parla come quello che accade nella vita. E non deve essere un tabù.
Il sesso diventa semplicemente una parte importante della vita di tutti, adulti e adolescenti, alle prese con la prima volta o con la millesima. Parlarne con garbo e in maniera sorridente, non può che accompagnare a on demonizzare, a rendere più semplice il parlarne anche in coppia, laddove ancora molti sono i tabù e gli argomenti che non si possono trattare, per pudore, vergogna, timore di essere giudicati.
Una nota. La colonna sonora è veramente molto molto bella. E in molte scene diventa una protagonista assoluta.