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Permalosi da star male! Che effetto ti fanno le critiche? - Pollicino era un grande
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Permalosi da star male! Che effetto ti fanno le critiche?

Mio nonno era un tipo così permaloso che sulla sua tomba sotto la fotografia ha fatto scrivere: “Che cavolo guardi!?”
Woody Allen

 

Le persone permalose non hanno pace.

 

Anche davanti alle critiche costruttive, reagiscono nelle maniera meno positive. Sei una persona permalosa quando ne ricevi? Tanto che le persone temono di dirti le cose, anche quando sarebbe meglio?

 

Ascoltare una critica permette di evolvere, di imparare qualcosa su di noi, di migliorare. Non passa giorno in cui non incontriamo il giudizio degli altri. E’ bene imparare ad avere a che fare con questa realtà.

 
Non prendersela è  un’arte. Migliorare una strada possibile da percorrere quanto complessa. Il più delle volte, una critica ci fa sentire proprio così…criticat*. Come se ci fosse in noi un errore.  Il vissuto che ne nasce raramente è costruttivo, più facilmente è rabbia.
 

Davanti ad una critica scopriamo la nostra permalosità.

 
Se persone permalose sono sensibili alle critiche, ogni parola contraria a quello che si vorrebbe ottenere, diventa la certezza che stiano sottolineando un difetto, un errore di cui vergognarsi.

Essere persone permalose ci rende vulnerabili, fragili ai pareri e alle parole altrui, spesso in maniera esagerata. Essere permalos* difende dal dolore di sentire di non andare bene. Se siamo incapaci di metterci in discussione forse è il caso di capire come mai.

 
Prova a pensare a l’ultima volta che ti è stato fatto notare qualcosa che non andava bene. Sul lavoro, con gli amici, in coppia.

La tua reazione? Frustrazione? Tristezza? Vergogna? Imbarazzo? Rabbia?
 
Se la prima cosa che fai è passare all’attacco è perché è questo che succede dentro di te. Senti di aver subito un’attacco. Qualcosa dentro di te si sente toccato e fa male. Ogni risposta vuole rimettere le cose in ordine, cercare di ridarci benessere, ma spesso, essendo reazioni esagerate e non mature, si finisce con il creare nuove difficoltà.
 

Le reazioni alle critiche potrebbero essere poco utili.

 
Quando si viene criticat* ci sono modi positivi e altri negativi di reagire.
 

Lei non sa chi sono io.

 

La Rabbia parla il linguaggio della difesa aggressiva. Il – Come ti permetti?- che è solo l’inizio di una invettiva che cerca di smontare, magari attaccando la fonte della critica – E tu invece che…! Capita che quella  che reagisce è il Narciso dentro di noi che si sente ferito in maniera violenta dalle parole che non sente di meritare. Allora ci si difende, sminuendo l’interlocutore se possibile. Ma, se facciamo attenzione, dentro ci sono emozioni diverse e fragili, anche se sembriamo semplicemente delle teste calde a cui non si può dire nulla.

 

Giustificarsi sempre

 
Correre ai ripari, facendo gran uso di giustificazioni a suon di però, ma, non è così, ti posso spiegare, non è colpa mia. La fatica di prenderci cura di noi, ci impedisce di sentirci tutti interi davanti ad una critica. Quindi ci di difende cercando di allontanare quel senso di inferiorità che sentiamo. Senza pensare a come potrebbe , invece, voler essere una spinta semplicemente a migliorare, a sentire che andiamo bene, potremmo andare anche meglio.
 

Pover* me!

 
Quando diventa tutto subito di una tristezza pesante. Ci si sente addolorat* e il sentimento che si prova e di sentirsi incompresi. Non mi capisci è il cavallo di battaglia di queste situazioni, entrando in un tunnel di negatività che fa sentire piccoli e neri. Emozioni spesso troppo potenti per quello che è stato detto ma vissute profondamente.
 

Come mi vergogno!

Davanti alla critica, ci si sente subito un fallimento. Tutto viene messo in discussione partendo dal presupposto che se siamo stat* fonte di critiche allora abbiamo sbagliato tutto. Arriva una profondo vissuto di vergogna, che pesa come le aspettative che avevamo e che sentiamo tradite. L’idea dei quello che gli altri possono pensare, a fronte di una critica, diventa pesante. Ci si chiude, magari non si vuole uscire dal proprio mondo, stanza, paese perché  -adesso cosa penseranno tutti di me?
 

La colpa.

 
Spesso accompagnata dalla stessa vergogna, esiste il vissuto di colpa, che ci fa pensare subito di avere sbagliato tutto, di essere in errore e che, qualunque cosa sia, non avremmo dovuto fare quella scelta. Che sia un capo di abbigliamento, un taglio di capelli, una scelta abitativa, un lavoro nuovo.
 

 

E’ così terribile essere persone permalose? E’ pericoloso non avere potere sulle proprie reazioni. Per questo è bene conoscersi.

 
Ognuno ha una reazione davanti ad un commento non ritenuto positivo. E chiunque viene criticato. E’ un dato di fatto. Certo i modi possono essere diversi, detti con la fermezza e la tranquillità di un caro amico o con l’arroganza di un detrattore. Ma la nostra reazione è quella che farà sempre la differenza.
 

Inizia chiedendoti come reagisci quando ti viene mossa una critica. Sapere le emozioni che questa produce in te, i pensieri che si porta dietro, cosa ti fa percepire nel corpo è la chiave di lettura per comprendere la tua reazione.

Per esempio. Se una critica al tuo vestiario ti ha fatto sentire attaccat*, ti ha fatto pensare “non vado mai bene” e ti ha fatto sentire teso, pront* a combattere allora la reazione – Come ti permetti? – Con quello che ne è potuto conseguire (lite, discussione accesa, allontanamento) è comprensibile. Cosa ti porta in condizioni come queste a sentire e pensare cose del genere?
 
Capire da che tipo di persone soffriamo di più un commento o una critica serve anche a capire come mai reagiamo diversamente. Sarà altra la reazione se a mostrarci disappunto sia un genitore o una cara amica, se un insegnante o il capo a lavoro. Così come è diverso il contesto. Ad una serata con gli amici, ad una riunione con i pezzi grossi del lavoro.
 
La paura di essere giudicat* male, come il sentire forte una carenza di autostima fa sì che ci sia una miccia sempre pronta ad esplodere, ogni qual volta siamo presenti ad una critica. Il timore di provare un senso di svalutazione, inferiorità ci porta a reagire in maniera esagerata in diverse occasioni. Sia in maniera passiva che attiva.

Potrebbe essere per la difficoltà a metterci in discussione e la paura della nostra vulnerabilità. Se siamo sempre in all’erta per paura di ricevere  critiche, chiunque ne farà, anche ingenue, lo vedremo come un aggressore, qualcuno che vuole farci del male. Ma non è sempre così. Anzi.

 

Una critica non mette in discussione il nostro valore.

 
E forse stiamo dando troppo peso a chi è fuori da noi stessi, mentre dobbiamo imparare ad avere fiducia nel dentro. Partendo da noi per poter accogliere anche pareri diversi dal nostro.
 
Portare rancore, sentire rabbia o tristezza in maniera continuativa, essere suscettibili di reazioni sempre negative non ci fa star bene. Ci porta a vivere in punta dei piedi, con il timore e il sospetto che la prossima accusa sia dietro l’angolo e, a furia di aspettarla, arriva. Quindi le nostre reazioni, anche brutali, nascondono la vera fragilità, quella di non avere un atteggiamento positivo con noi stessi. La permalosità è una reazione insicura che cerca di mettere in equilibrio quanto non lo è.
 

Prendersi cura della nostra parte delicata, ci rende più forti e quindi capaci di reagire meno e nel modo più maturo e adatto alle circostanze. Senza urla, rispostacce o rancore perenne.

 
Rendiamo la nostra vulnerabilità una parte di noi e impariamo dalle critiche qualcosa di buono. Quando ne hanno.
 
Gli altri non vogliono offendere eppure la reazione che sentiamo è proprio quella. Ma noi cerchiamo di proteggere la nostra immagine, cercando, a modo nostro, di reagire in modo che non ce ne siano in futuro. Peccato che sovente la reazione è contraria. Per questo è bene lavorare su certi aspetti per renderli più adattivi e meno ingombranti dentro di noi. In definitiva, staremo meglio e avremo meno problemi nell’ascoltare quelle che oggi ci sembrano parole e atti pieni di critica.
 

Cosa fare quando accade?

 
Impariamo intanto a far caso alle reazioni esagerate. Cerchiamo di dare il giusto spazio a quello che è accaduto o che abbiamo sentito. Dopo di che proviamo a parlare con chi ci ha ferito. Facendo capire cosa è significata per noi quella critica. In molte occasioni scopriremo cose grandi già solo quando riusciamo a fare questo. Se scopriamo che è un lavoro troppo complesso, possiamo chiedere aSe riusciamo, possiamo imparare l’arte dell’autoironia che si rivela sempre un arma utile per stare in situazioni anche leggermente spiacevoli. Inoltre ci offre sempre una prospettiva diversa sulle cose.


Marzia Cikada

She - Her Psicologa, psicoterapeuta, sex counseling, terapia EMDR per il trauma. Incontra persone che vogliono stare meglio, a partire dall'adolescenza. Nel suo spazio ogni persona può sentirsi a casa. Ha creato il progetto Vitamina di Coppia, con la collega Sara De Maria. Riceve online e nei suoi studi di Torino e Torre Pellice.

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